Questi sono giorni di intensa di fibrillazione per tutto il comparto del fotovoltaico a causa dell'imminente emanazione del Quinto Conto Energia. Da circa 1 mese stanno circolando delle bozze nei cui confronti i commenti sono davvero poco lusinghieri.
In primis, vi è il fatto che il Quarto Conto Energia, diretto predecessore del Quinto, risale al maggio 2011, e questo rapido alternarsi di normative, che di fatto tendono ad abbassare la quantità e a ridefinire i parametri dell'incentivazione statale, è poco gradito da tutti gli operatori del settore: basti pensare che il 18 aprile scorso a Piazza Montecitorio, Roma si è svolta un manifestazione dal titolo inequivocabile: "Salviamo il futuro delle rinnovabili", con l'appoggio di ANIE e GIFI.
Senza troppi giri di parole, l'invito alla manifestazione parla a tutti gli effetti di "una campagna mediatica che sta mettendo in luce solo i rischi e gli impatti in bolletta di questa crescita (del fotovoltaico ndr) e non gli enormi vantaggi per il Paese, i cittadini e le aziende da una prospettiva di investimento in un modello energetico pulito, efficiente, distribuito.
Purtroppo, ora si parla di tagli radicali degli incentivi per il fotovoltaico con il 5° Conto Energia e di limiti e tagli per tutte le altre fonti. In particolare i tetti semestrali di spesa così limitati e il registro per ogni tipologia di impianto al di sopra dedi 12 kW, tolgono ogni certezza agli investimenti. Il mondo delle rinnovabili, le imprese nate in questi anni, gli oltre 100mila nuovi occupati, le associazioni di settore e ambientaliste scendono in piazza per contrastare questa prospettiva. Non è accettabile che decisioni di questo genere vengano prese senza un confronto trasparente e una seria analisi costi/benefici. Soprattutto, noi pensiamo che le rinnovabili debbano essere al centro del futuro energetico dell’Italia".
Di seguito riporto alcune considerazioni tratte da un primo commento a caldo delle bozze attualmente circolanti del Quinto Conto Energia a cura di Andrea Quaranta, consulente giuridico esperto in diritto dell'energia.
In primis, vi è il fatto che il Quarto Conto Energia, diretto predecessore del Quinto, risale al maggio 2011, e questo rapido alternarsi di normative, che di fatto tendono ad abbassare la quantità e a ridefinire i parametri dell'incentivazione statale, è poco gradito da tutti gli operatori del settore: basti pensare che il 18 aprile scorso a Piazza Montecitorio, Roma si è svolta un manifestazione dal titolo inequivocabile: "Salviamo il futuro delle rinnovabili", con l'appoggio di ANIE e GIFI.
Senza troppi giri di parole, l'invito alla manifestazione parla a tutti gli effetti di "una campagna mediatica che sta mettendo in luce solo i rischi e gli impatti in bolletta di questa crescita (del fotovoltaico ndr) e non gli enormi vantaggi per il Paese, i cittadini e le aziende da una prospettiva di investimento in un modello energetico pulito, efficiente, distribuito.
Purtroppo, ora si parla di tagli radicali degli incentivi per il fotovoltaico con il 5° Conto Energia e di limiti e tagli per tutte le altre fonti. In particolare i tetti semestrali di spesa così limitati e il registro per ogni tipologia di impianto al di sopra dedi 12 kW, tolgono ogni certezza agli investimenti. Il mondo delle rinnovabili, le imprese nate in questi anni, gli oltre 100mila nuovi occupati, le associazioni di settore e ambientaliste scendono in piazza per contrastare questa prospettiva. Non è accettabile che decisioni di questo genere vengano prese senza un confronto trasparente e una seria analisi costi/benefici. Soprattutto, noi pensiamo che le rinnovabili debbano essere al centro del futuro energetico dell’Italia".
Di seguito riporto alcune considerazioni tratte da un primo commento a caldo delle bozze attualmente circolanti del Quinto Conto Energia a cura di Andrea Quaranta, consulente giuridico esperto in diritto dell'energia.
Come dicevamo, "da circa un mese circolano in rete bozze più o meno ufficiali di un’ulteriore modifica del sistema di incentivazione del fotovoltaico nel nostro paese, motivata dal fatto che:
Ora, invece, possiamo solo supporre che tutto ciò si applicherà, se il testo della bozza dovesse diventare definitivo, ed essere licenziato dal dicastero, a partire dalla “data in cui il costo indicativo cumulato annuo degli incentivi […] raggiunge il valore di 6 miliardi di euro l’anno” (avete capito bene!)
E' chiaro che la mancanza di chiarezza sulle scadenze di lungo periodo ingenera confusione e incertezza che penalizzano gli investimenti.
Inoltre, allo stato attuale, appare poco chiaro sulla base di quali dati il Ministero sia giunto a determinare il raggiungimento dei limiti economici di tetto alle incentivazioni.
Per la lettura completa dell'articolo di commento si rimanda al sito web Magazine Flaccovio/telenovela quinto conto energia.
- il costo indicativo cumulato annuo degli incentivi al fotovoltaico, previsto dal quarto conto energia fra i 6 e i 7 miliardi di euro, sta per essere raggiunto;
- lo stato di avanzamento complessivo, ai fini del raggiungimento dell’obiettivo del 17% al 2020, è positivo, e l’Italia è (addirittura) in anticipo – nel settore elettrico – rispetto agli obiettivi fissati dal pacchetto “20-20-20”;
- non è più possibile continuare a seguire l’approccio sinora adottato per il perseguimento degli obiettivi in materia di fonti rinnovabili (soprattutto come conseguenza del fatto che i progressi tecnologici e le economie di scala hanno comportato una rapida diminuzione del costo degli impianti solari fotovoltaici), ma occorre dare impulso ai settori calore e trasporti e all’efficienza energetica, che sono modalità, in media, economicamente più efficienti".
Ora, invece, possiamo solo supporre che tutto ciò si applicherà, se il testo della bozza dovesse diventare definitivo, ed essere licenziato dal dicastero, a partire dalla “data in cui il costo indicativo cumulato annuo degli incentivi […] raggiunge il valore di 6 miliardi di euro l’anno” (avete capito bene!)
E' chiaro che la mancanza di chiarezza sulle scadenze di lungo periodo ingenera confusione e incertezza che penalizzano gli investimenti.
Inoltre, allo stato attuale, appare poco chiaro sulla base di quali dati il Ministero sia giunto a determinare il raggiungimento dei limiti economici di tetto alle incentivazioni.
Per la lettura completa dell'articolo di commento si rimanda al sito web Magazine Flaccovio/telenovela quinto conto energia.