Mentre in Italia la questione fotovoltaica è al centro di un dibattito piuttosto infiammato, che vede l'investimento governativo per finanziare le energie alternative come alternativo all'avvio di un programma nucleare, il governo tedesco ha dato una risposta tempestiva al problema della bolla fotovoltaica, che ha investito non solo l'Italia ma tutta l'Europa nel 2010: lo scorso 20 gennaio, il Ministero dell'Ambiente di Berlino e l'associazione dell'industria solare tedesca (130.000 occupati e circa 10.000 aziende) hanno raggiunto un accordo per avviare un sistema "flessibile" o dinamico di governo delle tariffe incentivate.
Il boom fotovoltaico, ed il conseguente infiammarsi dei mercati, non è solo un fenomeno italiano, ma europeo.
Nel 2010, i prezzi dei pannelli, moduli e celle solari sono crollati del 28-30%. La vasta caduta di prezzo deriva a sua volta dall'entrata a regime di grandi impianti produttivi sia in Europa che soprattutto in Cina e Asia. Insomma, una catena di cause - effetti di tipo globale, che ha avuto come conseguenza quella di spiazzare un po' tutti gli schemi di incentivazione europei.
In effetti, si è prodotto un enorme divario tra costi reali dei sistemi e chilowattora fotovoltaico "premiato" con gli euro aggiuntivi dei sistemi di incentivazione per chilowattora, previsti dai vari Conti Energia, e ciò ha letteralmente infiammato i mercati europei.
La Francia ha dovuto precipitosamente bloccare i vecchi incentivi e rivederli, mentre la Germania ha operato tre tagli consecutivi alle tariffe incentivate.
La questione che si è dunque aperta è "come controllare il sistema incentivante per il futuro, senza stop & go che danneggiano i progetti avviati e mettono a rischio molti posti di lavoro?
I Tedeschi hanno innanzitutto deciso di minitorare l'andamento del mercato per tutto il 2011, anno "che si annuncia ancora "infiammmato" con circa 6 gigawatt previsti (a tariffe costanti); se i dati di mercato del secondo trimestre (marzo-maggio) non mostreranno un raffreddamento sostanziale, le riduzioni di incentivi previste per il 2012 (lungo una curva discendente già stabilita dal Governo) verranno anticipate, in una misura da stabilirsi tra il 3 e il 15%. Obiettivo: riportare il 2011 lungo un sentiero sostenibile, al massimo a 3,5 gigawatt.
Questo sarà solo l'inizio di un monitoraggio dinamico destinato a permanere almeno fino al 2020 e che, secondo un libro bianco stilato a gennaio dalla stessa associazione solare tedesca, dovrebbe consentire di raggiungere l'obiettivo governativo del 10% elettrico fotovoltaico (dal 2% attuale), ovvero di 52 gigawatt in dieci anni, limitando il costo aggiuntivo del solare a 2 centesimi per chilowattora, e un peso aggiuntivo sulla bolletta elettrica media mensile di una famiglia tedesca al di sotto dei 2 euro.
Attraverso la regolazione dinamica, secondo lo studio (elaborato da Roland Berger e Prognos) potrebbe essere innalzato l'obiettivo governativo finale da 52 a 70 gigawatt, a parità di costo sulle bollette".
Quella tedesca è una vera e propria modulazione della discesa degli incentivi: discesa più rapida in periodi "caldi" e più lenta in fasi "fredde", che potrebbe stabilizzare il mercato, contenendo l'aumento annuale in gigawatt, e consentendo la programmazione sugli altri interventi a sostegno della filiera tecnologica, ossia gli interventi sulla rete di distribuzione con le "smart grid" (la rete elettrica intelligente in grado di gestire le fonti rinnovabili intermittenti).
Questa nuova programmazione dinamica degli incentivi non è applicabile senza la collaborazione dell'industria, che si impegna a seguire una dinamica decrescente, e continua, dei prezzi dei sistemi fotovoltaici che dovrebbero portare al loro dimezzamento al 2020. Non dimenticihiamoci che l'obiettivo di qualsiasi sistema di incentivazione è il raggiungimento della c.d. grid parity, ossia una progressiva riduzione dei costi per la produzione di energia da fonte rinnovabile, che raggiunga quelli per la produzione di energia da fonti tradizionali. A ciò si aggiunge un obiettivo di almeno il 5% di investimenti in ricerca e sviluppo in tutta la filiera solare, per alimentare il percorso innovativo e di riduzione dei costi.
La Germania punta inoltre a far divenire esportativa la sua filiera fotovoltaica per almeno l'80% del suo fatturato al 2020. "Il monitoraggio (e il relativo raffreddamento) del suo mercato interno verrà infatti nelle previsioni più che compensato dalla sua crescita sul l'estero, con una riqualificazione progressiva dei posti di lavoro già creati (dal l'installazione all'engineering e alla produzione avanzata) e un beneficio netto per il sistema paese (fatturato, occupazione, costi di Co2 evitati, maggior sicurezza energetica di fronte a shock petroliferi...) che Roland Berger e Prognos stimano dai 25 (minimi) ai 70 miliardi di euro al 2030".
Si tratta di un modello che interessa anche in Italia: il Gifi-Anie sta in questi giorni elaborando una sua proposta che sarà al centro del dibattito al prossimo Italian PV Summit, in calendario a Verona il 2-3 maggio prossimi, in apertura di Solarexpo.
Tratto da "Fotovoltaico Dinamico", di Giuseppe Caravita - Nova supplemento del Sole24ore del 10 marzo 2011
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