e ho altrettanta autorità di fare guerra
al mondo intero quanto colui
che ha cento navi in mare"
Samuel Bellamy
Chi adora Fabrizio De Andrè, come il sottoscritto, conoscerà sicuramente questi versi: rappresentano il prologo de “Le nuvole”, l’album del 1990, quello di “Don Raffaè”, “La domenica delle salme” e “A çima”, tanto per intenderci…
Mi è venuta in mente leggendo – da uomo libero, quale sono – le parole di Filippo Rossi, il direttore di FareFuturo, su “La Repubblica” di oggi, 17 aprile 2010
“Comunque vada, il dado è tratto, emerge una differenza tra chi considera il potere una cosa privata e chi lo considera al servizio dei cittadini”
Da uomo libero che ha altrettanta autorità di dire come la pensa al mondo intero, quanto colui che ha cento televisioni nell’etere…
Sono un cittadino che, come avrebbe detto il caro Indro, turandosi il naso è andato a votare, per ciò che ritiene il meno peggio, non sicuramente il "bene", né il meglio.
Da uomo libero quale sono orgoglioso di essere, appunto, non sono – e non posso essere, da nessuno – etichettabile: sfuggo alle definizioni semplicistiche (quelle che finiscono, di solito, in –ismo, -ista), che tanto piacciono a chi ha la velleità di controllare tutto e tutti, di mettere da una parte i buoni e dall’altra i cattivi; da una parte quelli che la pensano come me (e che, quindi, la pensano bene) e dall’altra quelli che no; da una parte quelli che vogliono…
Da chi vorrebbe, in sostanza, condurci a quella forma soft, futuribile, e credo in fieri, di dittatura mascherata: quella di una formale, molto formale, e fragile, molto fragile, libertà, illusoria, addomesticata e addomesticabile, perché rinchiusa nelle strette e inespugnabili pareti delle menti spente dal nulla che ci viene spacciato per conquista.
Basta che vi andiate a risentire uno dei tanti “discorsi” di quello là, alla vigilia delle elezioni regionali del 2010: quel “discorso”, accostato a quello di un altro uomo della sua stessa….altezza, in un altro tristemente famoso ventennio…
Libertà l’ho vista dormire nei campi coltivati, a cielo e denaro a cielo ed amore, protetta da un filo spinato
direbbe sempre Faber
E da uomo libero, non posso che salutare con gioia le parole di chi, in questa classificazione manichea che detesto e non condivido, dovrebbe stare “dall’altra parte della mia barricata”: barricata che io non ho mai innalzato, perché – come nella vita pratica di tutti i giorni – anche “ideologicamente” (se volgiamo utilizzare un trermine convenzionale, tanto per capirci, sono ambidestro….
Alea iacta est: il dado è tratto
Comunque vada, il dado è tratto, emerge una differenza tra chi considera il potere una cosa privata e chi lo considera al servizio dei cittadini
E si gioca a carte scoperte.
È ora di dismettere gli abiti trasandati, sudici del Gattopardo, il tipico modo di essere, e rapportarsi alla realtà, dell’italiano, già tante volte stigmatizzato nelle pagine di Natura Giuridica…
È ora di criticare apertamente, e di combattere, questo modo medioevale di fare politica, e di dire sempre a sproposito delle frescacce, come incredibilmente insegnano anche gli "alti vertici ecclesiastici"...
Di farlo innanzitutto con la parola, quelle che Roberto Saviano insegna essere la più potente arma: perché è quella che risveglia le coscienze…
Libertà l’ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato,per un fruscio di ragazze a un ballo, per un compagno ubriaco.
come ha fatto, con la sua solita pacata, feroce, sagace flemma Massimo Gramellini, nel suo Buongiorno di oggi, 17 aprile 2010…
Non me ne voglia Google, ma si tratta di un pezzo talmente bello che non me la sento di inserire, all’interno del mio blog, un semplice link…
Sono d’accordo con l’Amato Premier. La mafia italiana è appena la sesta nel mondo (il prossimo anno non parteciperà neanche alla Champions), la sua fama è tutta colpa di «Gomorra». Che in realtà parla di camorra ed è pubblicato dalla casa editrice dell’Amato. Ma sono quisquilie. Piuttosto: perché fermarsi a Saviano, dico io. Si chiami il ministro fuochista Calderoli e gli si commissioni un bel falò per buttarci dentro altri libri disfattisti. Comincerei dai «Promessi sposi»: tutti quei bravacci e signorotti arroganti, che agli stranieri suggeriscono l’immagine fasulla di un Paese senza regole, dove la prepotenza e la furbizia prevalgono sul diritto. E «Il fu Mattia Pascal»? Vogliamo continuare a diffondere la favola negativa dell’uomo che cerca un legittimo impedimento per potersi fare i fatti suoi? Nel fuoco, insieme con «La coscienza di Zeno», un inetto che non riesce nemmeno a liberarsi del vizio del fumo, quanto di più diseducativo per una gioventù che ha bisogno di modelli positivi come il vincitore di «Amici».Porrei quindi rimedio alla leggerezza sconsiderata del «Gattopardo». «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». Hai trovato la formula segreta del potere e la spiattelli in giro così? In America nessun romanzo ha mai raccontato la ricetta della Coca-Cola. Nel fuoco anche Tomasi di Lampedusa: con quel cognome da nobile sarà di sicuro comunista. E poi «Il nome della rosa». Morti e sesso torbido in un monastero. Di questi tempi! Il nome della Rosa è Pantera. Il resto al rogo. Su con quelle fiamme e linea alla pubblicità.
Parole, cui devono seguire, però, anche i fatti.
In cuor mio mi aspetto, e mi auguro, che alle parole FareFuturo faccia seguire i fatti, e contribuisca, appunto, a fare, a costruire il futuro.
Al servizio dei cittadini.
Concludo come ho iniziato, e proseguito, questo mio breve post: con le parole di un’altra splendida canzone, “Trasher”, di Neil Young, tratta dall’album con un titolo “gattopardesco”, direi, per restare in tema.
“Rust never sleeps”, la ruggine non dorme mai….
Una canzone che contiene una importante dichiarazione d’intenti, tutt’altro che gattopardesca…
But me I'm not stopping there,Got my own row left to hoeJust another linein the field of timeWhen the thrasher comes,I'll be stuck in the sunLike the dinosaurs in shrinesBut I'll know the time has comeTo give what's mine.
Foto: “VIVA LA RIVOLUZIONE!!” originally uploaded by Behemoth, Principe della Notte