Lettera dell'UNCEM a Clini: incentiviamo le biomasse

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Aggiornamento del 26 febbraio 2020:
con l'obiettivo di aumentare la quantità di fabbisogno energetico distribuita a partire da fonti rinnovabili, segnaliamo che Il Ministero dello Sviluppo Economico ha stanziato recentemente nuovi fondi per le Piccole e Medie Imprese del Meridione per il finanziamento di costruzione, realizzazione e distribuzione di reti intelligenti (Smart Grid). In particolare, "Il nuovo bando di Reti Intelligenti del Ministero dello Sviluppo Economico ha stanziato fondi pari a euro 23.978.254,41, rivolto ai distributori di energia elettrica nelle regioni di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, e Sicilia. Il Bando prevede finanziamenti per la realizzazione, adeguamento e potenziamento di reti intelligenti, note come Smart Grid. 
Questo nuovo sistema di reti intelligenti è finalizzato ad aumentare la quantità di fabbisogno energetico distribuita da fonti rinnovabili. Per presentare la propria domanda, utilizzare la piattaforma presente al seguente link, entro il termine delle ore 10:00 del 1 giugno 2020

Per gentile segnalazione di Gianluca Bonomi, Communication Manager - Reti Intelligenti 

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Dopo Coldiretti - e dopo le Associazioni che raggruppano gli operatori professionali del fotovoltaico - anche Uncem Piemonte ha scritto a Clini in vista dell'emanazione, annunciata per fine mese, del decreto che riforma gli incentivi alle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico, ivi comprese dunque le biomasse forestali.
Nella lettera di Lido Riba, presidente di Uncem Piemonte, al ministro dell’Ambiente Corrado Clini, si chiede una maggiore attenzione rispetto alla terre montane in materia di biomasse legnose, che non metta in pericolo la concreta possibilità della nascita di una filiera energetica legnosa.
Una lettera, dunque, per chiedere una maggiore attenzione alle specificità delle aree montane nei decreti nazionali che andranno a regolare i nuovi incentivi per lo sviluppo delle energie rinnovabili. 
L'Uncem Piemonte si unisce all’appello dell'Uncem nazionale e dell'Anci – lanciato nelle scorse settimane, evidenziando il grande ruolo che l’area montana italiana, e piemontese in particolare – giocheranno nello sviluppo della green economy e nel raggiungimento degli obiettivi nazionali al 2020, secondo quanto previsto dal protocollo di Kyoto.
“Le Terre Alte – sottolinea Lido Riba – possono giocare un ruolo fondamentale nella crescita economica del Paese e nel generare maggiore energia “verde”, da fonti rinnovabili, riducendo inquinamento e impatto ambientale. Da anni l’Uncem sta lavorando in questa direzione, affinché chi vive e opera nelle Terre Alte possa poter utilizzare al meglio, ai fini energetici, risorse come acqua e legno, senza che queste vengano espropriate, in assenza di un adeguato compenso, da imprese che hanno come unico obiettivo il business. Non possiamo più permettere a un sistema economico “coloniale” di determinare la “morte economica” dei territori montani. Con i 553 Comuni e le 22 Comunità montane, stiamo lavorando per un nuovo inizio, per una crescita che farà bene a tutto il Piemonte. Solo per le biomasse, in Piemonte parliamo di circa 2.000 posti di lavoro (20.000 in Italia). Non possiamo sprecare questa occasione”.
Nella lettera al ministro Clini l’Uncem si sofferma in particolare sulle biomasse.
Se nel decreto rinnovabili gli incentivi risulteranno ridotti rispetto a quelli attualmente in vigore, potrebbe essere impossibile remunerare adeguatamente le biomasse forestali, quelle cioè collegate al territorio montano, dove sono presenti il 90 per cento degli 800mila ettari di bosco del Piemonte. Si pone l'accento, in ultima analisi, sulla considerazione che le cifre degli incentivi finora ipotizzate sarebbero compatibili solo con le produzioni secondarie, come biomasse agricole, cimali di pioppo, coltivazioni energetiche o paglie, ma non adeguate alla realtà forestale. 
Uno dei nodi che, non si sa ancora come, ma verrà sciolto, è quello del prezzo del cippato, al momento troppo basso per remunerare chi lo produce e chi lo vende. Se poi la provenienza del cippato deve essere certificata e tracciata, il nodo rischia di trasformarsi in un macigno.
Uno dei punti salienti delle bozze circolanti consiste nella richiesta  di un utilizzo di cippato di legno certificato, tracciato, pagato adeguatamente ai proprietari dei boschi: tutti aspetti fondamentali, secondo l’Uncem, che però devono essere considerati quando si definiscono le cifre degli incentivi. Secondo Uncem, se non verranno garantiti 300/320 euro al megawatt prodotto dagli impianti cogenerativi (capaci di produrre energia elettrica e termica), per vent'anni, si mette a rischio la filiera legno delle aree montane, di fatto spingendo chi realizza gli impianti a importare cippato dall’estero.
Alla faccia della filiera locale.

“Questo meccanismo è stato drammaticamente perseguito negli anni scorsi – aggiunge il presidente dell’Uncem – con troppi progetti grandi impianti a biomasse, nati senza alcuna garanzia di approvvigionamento locale, senza costruire un piano collegato al territorio, in grado di dare vantaggi a tutti gli anelli della filiera, dai proprietari dei boschi, alle imprese specializzate nel taglio in foresta e nella cippatura. Non possiamo non guardare con preoccupazione a questa condizione e chiediamo al ministro Clini, prima di firmare i decreti, di ripensare le cifre degli incentivi, guardando al territorio montano, dove si possono portare alla biomassa piccoli impianti cogenerativi, garantendo centinaia di posti di lavoro. Facciamo appello agli assessori regionali competenti in materia, ai tecnici della Regione Piemonte e ai Parlamentari che credono nello sviluppo del territorio montano, affinché si facciano interpreti delle richieste dell’Uncem ai tavoli di confronto che il ministero dell’Ambiente e il ministero dello Sviluppo economico promuoveranno nei prossimi giorni”.

Intanto, la Regione Piemonte, ha provveduto, con la L.R. 4/2009, art. 18, attraverso il meccanismo della gestione provvisoria associativa, a rendere più semplice la costituzione di associazioni ed enti che riuniscano i proprietari delle tante micro-particelle boschive di cui il Piemonte è pieno. La costituzione di soggetti giuridici è infatti il primo passo per la costituzione di una vera filiera locale per lo sfruttamento delle biomasse forestali.

Tuttavia, ogni cosa che è stata scritta o detta in materia di biomasse - e ogni missiva inviata al Ministro Clini - dovrà essere riletta alla luce del decreto Burden Sharing, quel testo che tradurrà gli obiettivi comunitari in materia di produzione energetica da FER e di risparmio ed efficienza energetica in obiettivi nazionali (vincolanti), che a sua volta si tradurranno in obiettivi regionali, declinati sulle diverse tipologie di fonti rinnovabili.
In altri termini, ogni fonte rinnovabile avrà un ruolo, descritto da una percentuale, in una sorta di gioco di squadra che consentirà a ciascuna regione di conseguire la percentuale assegnata dal piano nazionale, in funzione delle rinnovabili più "sviluppate" sul proprio territorio.

Per capire come si articolerà questa piccola grande rivoluzione, consiglio la lettura della presentazione "Indirizzi e linee strategiche regionali in materia di politiche energetiche" dell'Ing. Stefania Crotta -  Responsabile settore Politiche Energetiche della Regione Piemonte, del 17 novembre 2011.