La filiera delle biomasse legnose: le centrali di Envie e di Paesana

0 commenti
In Piemonte, grazie alla forte dotazione di foreste, lo sviluppo di una filiera locale per lo sfruttamento delle biomasse legnose a fini energetici  è un'opportunità economica molto interessante, e di conseguenza al centro del dibattito mediatico, come sta accadendo per la centrale di Envie e quella di Paesana, site entrambe in provincia di Cuneo.
Come accade ogni qual volta, in un determinato territorio, vi sia un'iniziativa imprenditoriale volta all'installazione di un impianto per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili, vi sono moltissime contestazioni e prese di posizioni da parte di varie figure: dai comitati cittadini alle associazioni ambientaliste.
Nel caso delle centrali a biomasse legnose, i fattori più delicati, capaci di stimolare un acceso dibattito, concernono essenzialmente 3 punti: il controllo delle emissioni inquinanti, il timore di una eccessiva deforestazione come conseguenza della necessità di rifornire di biomassa da bruciare la centrale stessa, gli effettivi rendimenti energetici di tali impianti. 
In parole povere, ci si chiede sempre se il gioco valga la candela (sviluppo economico versus tutela degli ecosistemi boschivi e della qualità dell'aria), e quali siano i reali ritorni economici per le comunità locali "ospitanti".
Come dicevo, in Piemonte il dibattito sulle biomasse è piuttosto acceso, dato dall'enorme appeal dell'opportunità economica, dovuto da una parte alla forte presenza di materia prima (boschi che, ormai da 50 anni, non riforniscono più le famiglie e le imprese di combustibile per riscaldamento, e che per questo sono stati lasciati in quasi totale abbandono) e, dall'altro, alla ghiotta opportunità composta dagli incentivi statali in materia di fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico, e dunque ivi comprese le biomasse: accade anche nel caso della nuova centrale a biomasse di Paesana, nata dall'iniziativa di un soggetto privato, in accordo con il Comune e con alcune imprese del territorio.

La centrale produrrà calore ed energia elettrica dal legno attraverso la tecnologia della pirogassificazione: un modello già applicato in numerose centrali in Austria, Germania e altri Paesi europei, pronto a essere replicato anche nelle Terre Alte del Piemonte. Precedenti polemiche sono sorte anche per quanto riguarda la centrale a biomasse sorta a Envie, e da qui si sono estese anche a Paesana. 
In questo secondo caso, oltre al timore per la qualità dell'aria, vi sono state contestazioni relative al grado di coinvolgimento della comunità nella decisione di insediare o meno a Envie la centrale.

Spesso  accade - come per la maggior parte delle trattative d'affari - che i contraenti cerchino di condurre la trattativa nel più stretto riserbo, ma questa esigenza cozza irrimediabilmente con il ruolo fondamentale della comunità ospitante che subirà i fattori negativi e positivi connessi con la localizzazione dell'impianto.
Intanto, “sono quindici i progetti di piccole centrali che l'Uncem sta seguendo – spiega il presidente Uncem Lido Riba – naturalmente con le Comunità montane e i Comuni, con le aziende private e con gli operatori forestali che si dovranno occupare dell'approvvigionamento della biomasse. Sono tutti anelli che nella catena della filiera devono essere uniti, come richiesto dalla Regione Piemonte e dalle Province, i soggetti autorizzativi”.

Per quanto riguarda l'impianto di Envie, dove la centrale è entrata in funzione, la Mombracco Energy, proprietaria dell'impianto, ha inviato un opuscolo informativo di 8 pagine a tutti i residenti, con l'intento di "fornire ai cittadini di Envie ulteriori informazioni, a cui faranno seguito, per chi lo desidera, incontri in centrale con i nostri tecnici". L'opuscolo annuncia inoltre che per due sabati pomeriggio al mese sarà possibile visitare la centrale al fianco di uno dei co-progettisti. L'azienda contesta esplicitamente il comportamento di una piccola testata locale, rea a suo dire di aver diffuso informazioni non corrette circa le prestazioni e le emissioni della centrale.

Per quanto riguarda invece la centrale di Paesana, il 27 dicembre scorso si è svolto un Consiglio Comunale che ha visto il confronto fra pubblico, stampa, presidente Uncem e l'azienda che realizzerà l'impianto di Via Belloni. Walter Alberto, giornalista di TargatoCN presente al dibattito, sottolinea la poca presenza del pubblico e scrive che Riba si è concentrato su 2 aspetti: "la centrale a biomasse di Paesana sarà in grado di creare almeno 10 posti di lavoro, tutti da Paesana in su, dal momento che dai calcoli dell’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente la sola Alta Valle Po sarebbe in grado di sostenere una produzione di 1.000 kilowatt/ora. Assai più di quanto riuscirà a sfornare l’impianto paesanese, che ha richiesto un’autorizzazione che le permetta di arrivare sino a 800 kwh, ma che all’inizio non supererà i 400"; il secondo punto, più volte sottolineato, è stata la grande differenza che intercorre fra la costruenda centrale di Paesana e quella di Envie:"l’impianto di Paesana è profondamente diverso da quello di Envie. Laggiù, dove certo non si è usata la tecnologia migliore, si parla di combustione di biomasse, qui da noi di pirogassificazione di biomasse: e la pirogassificazione non inquina, perlomeno non più di quanto faccia il metano. In Piemonte vi sono altri 17 progetti di centrali come quella di Envie: sono tutti in stand by, mentre 5 centrali come quella di Paesana stanno invece sorgendo in provincia di Cuneo: a Brossasco, Chiusa Pesio, Demonte, Dronero e nel Monregalese. Saranno impianti che non faranno venire il legno a se, ma andranno loro dal legname: sarà legname locale, raccolto nel raggio di 70 chilometri dall’impianto, che daranno lavoro e faranno respirare l’economia montana” (in corsivo le dichiarazioni di Lido Riba). A patto che i boscaioli daranno la loro disponibilità a fornire per 15 anni gli impianti, cosa che a Paesana sinora non è avvenuta".

L'incontro - a detta di Alberto - è servito per diffondere maggiori informazioni circa l'impianto; alcuni aspetti tecnici sono stati inoltre chiariti dagli investitori e da persone dell'azienda che realizzerà l'impianto. Merita di essere sottolineato, come ha fatto anche Riba, che ogni centrale ha bisogno di una valutazione a se stante, e che può essere fuorviante porre dei paragoni: occorre avere ben presente che vi sono diverse modalità di combustione, che queste generano diversi quantitativi di emissioni inquinanti, che vi sono diversi metodi per ridurre o filtrarle, che vi sono diversi materiali da ardere come il cippato, piuttosto che gli scarti da giardinaggio e, fattore niente affatto trascurabile, che i boschi sono gli uni differenti dagli altri, per cui sono in grado di assicurare diversi approvvigionamenti sia in termini qualitativi che quantitativi.
"È assolutamente improprio paragonare tecnologie diverse per produrre energia elettrica e termica dal legno – sottolinea Lido Riba – Ciascuna ha proprie caratteristiche, propri rendimenti, necessità diverse. Tutte rispettano con efficacia i parametri dattati dagli organismi competenti, in materia di emissioni e rendimenti".
Daccordo con W. Alberto, concludo questo articolo considerando che tali incontri informativi dovrebbero svolgersi in ogni caso prima che le centrale vengano insediate e, soprattutto, i soggetti interessati farebbero bene a prendervi parte.

Il 5 gennaio 2012, a pochi giorni dal Consiglio Comunale, un gruppo di cittadini presenti ha scelto le pagine di TargatoCN per replicare alle parole di Riba, in particolare sulla diversità tra la Centrale di Envie e quella di Paesana.