Deposito geologico scorie nucleari

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Qualche giorno fa su Nova del Sole24ore ho letto un articolo riguardante il trattamento delle scorie nucleari. Nell'articolo, si parla di deposito geologico di profondità, ossia l'interramento delle scorie prodotte dalle centrali nucleari.  Il trattamento delle scorie, si sa, è uno dei nodi da sciogliere per qualsiasi Paese che decida di costruire centrali nucleari.

La costruzione del deposito dovrebbe iniziare nel 2015. Prima di essere interrate, le scorie subirebbero un processo di stoccaggio. Ecco come viene riportato nell' articolo:
"le scorie, raccolte in pellet di ossido di uranio, sono stoccate in fusti di rame impermeabili e spessi 5 cm che, in assenza di ossigeno sono immuni alla corrosione. A loro volta i fusti sono immersi in una colata di cemento per ancorarli in un letto di roccia cristallina circondata da argilla in una serie di tunnel lunghi 250 metri. Scavati a una profondità di 500 metri e distanziati di 40 metri, i tunnel verranno sigillati per sempre man mano che vengono riempiti.
Costruito in questo modo il deposito è destinato a diventare un sarcofago in grado di durare per più di 100mila anni, al riparo da rischi di infiltrazioni d'acqua e per le attività in superficie". 

Prima che qualche Sindaco / Presidente di Regione salti sulla poltrona, voglio chiarire che la città scelta come sede del primo deposito geologico di profondità permanente è Östhammar, 100 km a nord di Stoccolma, in Svezia. 

La situazione della Svezia è molto diversa dalla nostra: la Svezia produce il 50% dell'energia attraverso le centrali nucleari. Dopo Cernobyl, anche qui volevano chiuderle, ma ci si è trovati di fronte al problema di come dismettere le centrali e gestirne le scorie senza danni per l'ambiente. Nel frattempo, le centrali svedesi hanno funzionato a singhiozzo, associando all'energia auto - prodotta quella importata dalla Danimarca. Poi lo scenario è ulteriormente cambiato: crisi economica, dibattito sul clima e questione della riduzione delle quote di CO2 nell'aria hanno reso più morbido l'atteggiamento degli Svedesi verso il nucleare.

Tant'è, la città che ospiterà il deposito di scorie nucleari è ben contenta di farlo perché vede in tutto ciò un'occasione di rilancio economico: non pensano di diventare la sede di una pattumiera atomica, ma vedono la chance di diventare un "distretto hi-tech visibile a livello internazionale e attrattore di lavori specializzati"
In effetti, per realizzare il progetto, si metteranno in campo le più avanzate tecnologie presenti su piazza. Inoltre, la situazione geologica della Svezia è molto più stabile di quella di altri Paesi, in quanto la placca tettonica baltica - su cui la Svezia poggia - è una delle più antiche della Terra e anche delle più stabili. 

Siamo distanti anni luce dalla situazione italiana: nel nostro Paese, non riusciamo a far decollare la raccolta differenziata - a parte punte di eccellenza in alcune località - e stentiamo a trovare la sede per installare gli inceneritori. In compenso, tolleriamo le discariche - anche abusive - sotto casa e vicino agli orti dei nostri contadini o vicine ai corsi d'acqua. Viviamo alle pendici dei vulcani attivi, costruiamo le case vicino ai fiumi  - rigorosamente privi di argini di protezione - oppure in vallate dove basta il lancio di un sassolino per innescare una frana.  

E vogliamo costruire nuove centrali nucleari e gestirne le scorie radioattive?

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