Piccola lezione sul clima

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di Naide Della Pelle

Piccola lezione sul clima di Kerry Emanuel è un libro di neppure 100 pagine in cui l’autore ci racconta a che punto è arrivata la conoscenza scientifica dei cambiamenti climatici sul nostro pianeta. 
Kerry Emanuel è professore di meteorologia al Mit di Boston ed è molto conosciuto per le sue pubblicazioni in materia di atmosfera e dinamiche degli uragani tropicali. Parlandoci di quali sono le conclusioni cui la scienza è arrivata, Kerry ci mette davanti all’importante ruolo dei giornalisti, ed in particolare dei divulgatori scientifico-ambientali, nell’istruire l’opinione pubblica a proposito dei cambiamenti climatici che si sono verificati e si verificheranno nel nostro pianeta.

Oggi la comunità scientifica per esempio riconosce come un dato di fatto l’influenza dell’Uomo sul cambiamento del clima. 


Kerry ci informa che, semplicemente, il dibattito su questo argomento è cessato perché non ha più ragion d’essere, dato che la maggior parte dei membri della comunità scientifica è d’accordo: negli ultimi due secoli la sfera della attività umane industriali è entrata a far parte della gamma di variabili molteplici che influenza i mutamenti climatici...
Piccola lezione sul clima prosegue con la presentazione delle ipotesi attorno alle quali il dibattito scientifico è tuttora aperto.

Bene, mentre gli scienziati lavorano a modelli matematici, in grado di prevedere con una certa approssimazione che ne sarà di noi su questa terra, i media - con ignoranza, superficialità e arroganza - ci propinano dibattiti sul tema, in cui si cerca il conflitto e lo sconto a tutti i costi...
Il risultato è la riduzione di un tema serio come questo ad un relativismo estremo che sconfina con la retorica filosofica e perde il contatto con il dato reale, con la “verità scientifica”.

Kerry Emanuel, da buon americano, non usa mezzi termini: i media (e la politica) hanno strumentalizzato le notizie ambientali facendo in modo che, a seconda di cosa fosse più utile a qualche lobby, prevalessero ora le tesi catastrofiste, ora le teorie di chi minimizza l’entità e l’impatto dei mutamenti climatici, semplificando, e pure male, ciò che è ben più complesso ed importante da comprendere.

Se la comunità scientifica è d’accordo su una ipotesi, non ha senso invitare in un dibattito televisivo l’outsider di turno che si comporta da bastian contrario, e ridurre il "ruolo dell’informazione" a quello di mediatore tra due tesi opposte: in definitiva, si trascende nella sostanziale disinformazione.

Oggi gli scienziati come Kerry stanno cercando di perfezionare i modelli ed i simulatori per comprendere e prevedere i mutamenti climatici, perché una cosa è certa: il nostro clima cambierà, perché da quando la Terra esiste, ossia da 4 miliardi e mezzo di anni, il clima cambia ciclicamente passando da fasi di glaciazione a fasi di surriscaldamento. 
Nella parte iniziale del testo, Kerry ci spiega in modo affascinante come sia stata proprio la vita, ossia le molecole di ossigeno degli organismi viventi, a fare in modo che certe oscillazioni climatiche non riducessero la Terra a una sfera infuocata piuttosto che a una palla di neve.
Oggi al Mit vi sono degli stage organizzati appositamente per i giornalisti scientifici che hanno così l’occasione di passare diversi mesi a contatto con gli scienziati, di apprenderne le più recenti scoperte e il come divulgarle con la terminologia appropriata. 
E’ solo con interscambi di questo genere che si diventa un giornalista ambientale, professionista, serio, e non manipolabile.

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