I bandi smart-cities in Italia

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Smart City Model
Un territorio può essere definito “smart” quando concentra i suoi sforzi di sviluppo nel capitale umano e sociale, nei trasporti e nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict), nella gestione oculata delle risorse naturali e nella promozione di una governance partecipativa.
Il modello smart city prevede la valorizzazione di comunità medie e piccole, al fine di dare una risposta ed un'alternativa concreta alla progressiva perdita di qualità di vita che si sta verificando nelle metropoli.
Si tratta di una risposta alle principali problematiche connesse con la globalizzazione, che oggi più che mai sembra eliminare opportunità di sviluppo più che aumentarle, e sembra perdere di vista la centralità dell'essere umano e del cittadino.
A lato, una sintesi dei parametri in base ai quali una city, una comunità, può essere considerata smart, che in questo caso non sta tanto per "elegante", quanto per "semplificata", "intelligente".
In parole povere si tratta di un modello di intelligenza territoriale che, partendo da un'analisi dei punti di forza e di debolezza riferiti ai parametri evidenziati in tabella cerca, attraverso una serie di strategie, all'interno delle quali rientrano bandi e finanziamenti, di superare gli eventuali punti critici e di migliorare, in ultima analisi, la qualità della vita di una città.
Il Governo Italiano ha già pubblicato un primo bando Smart Cities in scadenza il 30 aprile, ma altri sono previsti nel corso di tutta l'estate.


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La soap-opera "conto-energia": anticipazioni della quinta puntata

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Questi sono giorni di intensa di fibrillazione per tutto il comparto del fotovoltaico a causa dell'imminente emanazione del Quinto Conto Energia. Da circa 1 mese stanno circolando delle bozze nei cui confronti i commenti sono davvero poco lusinghieri.
In primis, vi è il fatto che il Quarto Conto Energia, diretto predecessore del Quinto, risale al maggio 2011, e questo rapido alternarsi di normative, che di fatto tendono ad abbassare la quantità e a ridefinire i parametri dell'incentivazione statale, è poco gradito da tutti gli operatori del settore: basti pensare che il 18 aprile scorso a Piazza Montecitorio, Roma si è svolta un manifestazione dal titolo inequivocabile: "Salviamo il futuro delle rinnovabili", con l'appoggio di ANIE e GIFI.
Senza troppi giri di parole, l'invito alla manifestazione parla a tutti gli effetti di "una campagna mediatica che sta mettendo in luce solo i rischi e gli impatti in bolletta di questa crescita (del fotovoltaico ndr) e non gli enormi vantaggi per il Paese, i cittadini e le aziende da una prospettiva di investimento in un modello energetico pulito, efficiente, distribuito.


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RAEEporter Social campagna 2012

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È partita RAEEporter Social 2012, terza edizione della campagna nazionale di Ecodom (Consorzio Italiano Recupero e Riciclaggio Elettrodomestici) e Legambiente per la sensibilizzazione sull’importanza del corretto trattamento dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). 
Lo scopo della campagna è di inoltrare le segnalazioni di RAEE abbandonati agli Enti competenti (il Comune o la Società di Igiene Urbana che effettua la raccolta dei rifiuti), affinché provvedano al recupero dei RAEE e al loro trasporto al Centro di Raccolta più vicino, da qui il nome della campagna, crazi di RAEE e reporter. 
Da quest’anno si può partecipare attivamente anche attraverso i social network: Facebook, Twitter e YouTube. 
Come funziona? I cittadini possono fotografare e segnalare i RAEE abbandonati sul sito www.raeeporter.it, realizzare e caricare contributi video e partecipare al dibattito intorno al tema RAEE, alimentando la discussione attraverso la bacheca virtuale. Inoltre, su ciascun social network è possibile interagire in maniera diretta con lo staff e prendere parte alle attività online; è possibile anche inviare le proprie segnalazioni dallo smartphone, perché sono disponibili gratuitamente, sui relativi negozi virtuali, le applicazioni dedicate per iPhone e Android. 
Le segnalazioni potranno quindi essere fatte in tempo reale e attraverso numerosi canali.
Il concorso RAEEporter 2012 premierà il RAEEporter più attivo con un viaggio-reportage di 5 giorni ad Accra in Ghana, per conoscere e documentare il fenomeno dello smaltimento incontrollato dei RAEE.  
Dove seguire RAEEporter 2012:
http://www.facebook.com/RAEEporter 
https://twitter.com/#!/RAEEporter 
http://www.youtube.com/raeeporter 


Il 5x1000 WWF: Un regalo per il nostro futuro

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Ho un nipotino di 1 anno e mezzo e ogni tanto, mentre giochiamo insieme circondati da tanti animaletti di pelouche, mi chiedo se lui vedrà il nostro pianeta come lo vediamo noi oggi: quando lui sarà grande quanti panda, orsi, lupi, tartarughe, piante e pesci rari saranno ancora in vita? Quante specie animali e vegetali in meno popoleranno il suo mondo?
Non credo sia una domanda scontata, perché il nostro pianeta è costretto a subire cambiamenti climatici sempre più frequenti e distruttivi e pochi sono gli strumenti per arginarne e controllarne le conseguenze. Uno fra questi è il sostegno al WWF che da sempre, attraverso le sue "oasi" e le tante altre azioni preserva specie animali e vegetali dal rischio estinzione. Il sito del WWF riporta un elenco dettagliato di tutte le iniziative che ogni anno vegono messe in campo in tutto il mondo per salvaguardare il nostro pianeta: dal dialogo con le istituzioni, al turismo sostenibile al sostegno al mondo delle imprese. 
Aderire alla campagna 5 x mille wwf  vuol dire aiutare il WWF a mandare avanti le sue Oasi, e a prendersi cura delle migliaia di animali feriti, ammalati, sequestrati negli appositi Centri di Accoglienza Animali Selvatici; significa finanziare i progetti per la salvaguardia di tante specie dal rischio estinzione e il duro lavoro in prima linee delle guardie del WWF contro il bracconaggio, gli inquinamenti e la distruzione del territorio. 
Per certi versi l'ambiente è come un bambino: inerme e incapace di difendersi da solo. Ecco perché il WWF e tutte le persone che ne fanno parte vanno aiutati e incoraggiati ad andare avanti anche grazie a iniziative come queste!
E voi, che state leggendo questo articolo, che ne pensate?
Siete graniticamente convinti che iniziative come quella di donare il 5 per mille al WWF rappresentino una goccia nel mare, oppure credete come me nella forza dirompente di tanti, tantissimi piccoli gesti?
Eh già, perché donare il 5 x mille al wwf ha un doppio significato: uno di tipo economico, dunque un aiuto concreto a chi si impegna ogni giorno per consegnare alle future generazioni un pianeta un po' più sano, e un significato altamente simbolico, un esempio di gesto responsabile che vale più di mille parole!
Insomma, con una semplice firma e il codice fiscale 80078430586 WWF contribuite in maniera concreta a proteggere e migliorare la vita in tutte le sue forme!
Quali sono le modalità per donare?
ONLINE ORA - con carta di credito cliccando il sito
CONTO CORRENTE POSTALE - intestato a: WWF Italia ONLUS, Via Po 25/c 00198 Roma, conto corrente postale 323006 (specifica la causale del versamento e la data di nascita).
BONIFICO BANCARIO IT 20 Q 02008 05016 000110083977 Unicredit Spa TELEFONO con la carta di credito chiamando il Numero Verde 800.99.00.99
ASSEGNO NON TRASFERIBILE intestato a WWF Italia
N.B. Il 5 X 1000 al WWF non esclude la possibilità di donare l'8 X 1000 alla Chiesa Cattolica o ad altre confessioni religiose.

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DM 15 marzo 2012: il burden sharing parte con il piede sbagliato

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Lo scorso 2 aprile 2012 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DM 15 marzo 2012, sulla "definizione degli obiettivi regionali in materia di fonti rinnovabili", altrimenti noto come "burden sharing", cioè condivisione degli oneri.
Mi è stato chiesto da una casa editrice, con la quale collaboro da dieci anni, di scrivere un commento a caldo sul decreto burden sharing, che aspettavamo dalla bellezza di tre anni...
Potete leggere un abstract ("Burden sharing all'italiana") di tale articolo sul Quotidiano Ipsoa, e il testo completo sulla rivista Ambiente & Sviluppo n. 5/2012, edita dalla stessa casa editrice.
Per questa seconda versione, decisamente più corposa, ho scelto un titolo che ritengo evocativo: "Burden sharing: politica integrata o pilatesco scaricabarile?"
Perchè?
Innanzitutto vi consiglio di leggere il testo del DM 15 marzo 2012, che potete scaricare dal server di Natura Giuridica (Burden sharing, GU 2 aprile 2012).
FFFatto?!


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Lombardia: stop alle coperture di amianto entro il 2015

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Come è andata a finire? Segnaliamo il documento Relazione Amianto 2016-2017 pubblicato sul sito della Regione Lombardia, che raccoglie in 14 pagine tutto quanto è stato messo in atto sia per quanto riguarda il censimento (ultimi dati al 28 febbraio 2018) dei siti e la loro bonifica, sia per quanto riguarda il monitoraggio sanitario.

La Regione Lombardia, attraverso il Piano Regionale Amianto (PRAL) approvato con delibera 8/1526 del 22 dicembre 2005,  individua come uno degli obiettivi strategici il censimento e la mappatura dei siti con amianto presenti nella Regione al fine di definire l’entità del rischio da amianto friabile e compatto e sviluppare programmi di maggiore tutela sanitaria. Lo stesso documento fissa il termine del 2015 per effettuare la rimozione ed il conferimento in discarica di tutto l’amianto presente sul territorio regionale lombardo.

Chi detiene una struttura con presenza di amianto è tenuto alla compilazione della scheda di “notifica presenza amianto in strutture o luoghi” da presentare alla ASL dell’Ambito territoriale dove è presente l’immobile in cui è stata rilevata la presenza dell’amianto, mentre la valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento-amianto è effettuata tramite l’applicazione dell’Indice di Degrado (I.D.) ed è condotta attraverso l’ispezione del manufatto. 

In effetti, chi possiede una copertura in amianto ha di fronte a sé diverse possibilità sia in relazione allo stato di conservazione dell'amianto, sia alla tipologia di edificio sottostante. Questo perché per "bonifica" si intende  non soltanto la rimozione dell'amianto, e dunque la sostituzione dell'amianto con altra copertura, ma anche procedure come l'incapsulamento e la sovra-copertura.
Infatti, quando una copertura in cemento-amianto è affetta da uno stato di degrado devono essere intraprese azioni di bonifica che consistono in una fra 3 opzioni: sovra-copertura, incapsulamento e rimozione. La sopracopertura consiste in un intervento di confinamento che si ottiene installando una nuova copertura al di sopra di quella in amianto-cemento che viene lasciata in sede quando la struttura portante sia idonea a sopportare un carico permanente aggiuntivo. 
L’incapsulamento prevede invece l’utilizzo di prodotti ricoprenti la copertura in cemento-amianto; preliminarmente all’applicazione di tali prodotti si rende necessario un trattamento della superficie del materiale, al fine di pulirla e garantire l’adesione del prodotto incapsulante. Il trattamento finale dovrà essere certificato dall’impresa esecutrice. Tale intervento non desime il committente dall’obbligo di verificarne lo stato di conservazione. La rimozione prevede un intervento di asportazione totale della copertura in cemento amianto e sua sostituzione con altra copertura. Chiaramente, in quest'ultimo caso, si ha la garanzia totale di non vivere  e/o lavorare più a contatto con questa pericolosa sostanza. 
Tuttavia, le 3 opzioni hanno tutte in comune il fatto che chi detiene i diritti di proprietà del fabbricato dovrà comunque sostenere dei costi qualsiasi sia l'opzione prescelta.

Bonificare e smaltire le coperture in amianto è costoso (vi è un costo al mq + pratica ASL), ma occorre tenere presente che l’onere di questa rimozione può divenire un’interessante opportunità attraverso gli incentivi fissati nel IV Conto Energia, poiché favorisce economicamente la sostituzione di coperture contenenti amianto/eternit incrementando la tariffa incentivante base di 0,05 €/kWh per l’installazione di un impianto fotovoltaico.

A ciò si aggiunge il fatto che le spese edili sostenute per la rimozione godono della defiscalizzazione del 36% (limitatamente alle unità immobiliari a carattere residenziale come esplicita la Guida dell’Agenzia delle Entrate), e dunque ci si può rendere conto di come l’intervento possa essere ammortizzato, coniugando la promozione dell’uso di energie rinnovabili, la bonifica dell’ambiente dai materiali nocivi alla nostra salute ed il risparmio economico conseguente alla riduzione della bolletta elettrica.

Peraltro, oggi chi possiede una copertura e vuole installarvi dei pannelli fotovoltaici ha due alternative: affittare il proprio tetto a terzi, che realizzeranno l'impianto in cambio di un canone periodico, oppure fungere essi stessi da committenti, affrontando delle spese iniziali certo, ma potendo godere in prima persona dei benefici economici ed energetici dell'impianto. Prima di prendere una decisione in merito, sia che si tratti di bonificare una copertura in eternit, sia che si tratti di una copertura libera da amianto, occorre valutare attentamente diversi fattori, confrontando i business plan ed i progetti relativi alle diverse possibilità, verificando la fattibilità tecnica, economica e giuridica del progetto.
A questo proposito può essere opportuno ricorrere ad una consulenza ambientale, per far luce sia sugli aspetti di fattibilità giuridica dei progetti (in base alle normative vigenti nella propria Regione), sia per analizzare gli aspetti contrattualistici rispetto ad un realizzatore terzo, oppure rispetto alla stipula di polizze e contratti di finanziamento. Conoscere e sapersi orientare attraverso un'informazione chiara e corretta sono i presupposti per cogliere tutte le opportunità per liberarsi dal pericolo amianto e al contempo avviare un buon investimento in impianti fotovoltaici.


Fonti:
http://www.lecconotizie.com/rubriche/efficienza-energetica/rimozione-amianto-una-opportunita-economica-ed-energetica-47659/ 
http://www.lombardia.coldiretti.it/amianto.aspx?KeyPub=PAGINA_CD_LOMBARDIA_AT%7C14745336
http://www.lombardia.coldiretti.it/allegato-2.aspx?KeyPub=14745336|16869879&Lingua=IT