I criteri ambientali da rispettare nell'acquisto dei mezzi pubblici

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L'8 aprile scorso è entrato in vigore il decreto legislativo num.24 del 3 marzo 2011 di attuazione della direttiva 2009/33/CE relativa alla promozione di veicoli a ridotto impatto ambientale e a basso consumo energetico nel trasporto su strada.
La normativa sugli appalti verdi o, secondo la terminologia anglosassone, Green Public Procurement, fa il suo ingresso ufficiale in Italia, dopo l'esperienza ante litteram pugliese. La Puglia infatti, con L.R. n. 23/2006 ha introdotto «norme regionali per la promozione degli acquisti pubblici ecologici e per l’introduzione degli aspetti ambientali nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche.  A questo proposito v. la sezione del sito Natura Giuridica dedicata ad ambiente e mercato inserendo nel motore di ricerca interno del sito il termine "acquisti verdi".

L'Art. 1 del drecreto n 24, recita: "Al fine di promuovere e di stimolare il mercato dei veicoli a ridotto impatto ambientale e a basso consumo energetico e di potenziare il contributo del settore dei trasporti alle politiche della Comunita' in materia di ambiente, di clima e di energia, il presente decreto stabilisce l'obbligo per le amministrazioni aggiudicatrici, per gli enti aggiudicatori e per gli operatori di cui all'articolo 2, comma 1, di tener conto, al momento dell'acquisizione di veicoli adibiti al trasporto su strada, di cui all'articolo 3, comma 1, lettera c), dell'impatto energetico e dell'impatto ambientale, tra cui il consumo energetico e le emissioni di CO 2 e di talune sostanze inquinanti, nell'intero arco della loro la vita.

La ricaduta di questa norma è molto importante perché investe il sistema degli appalti pubblici: anche in Italia per l'acquisto dei veicoli pubblici bisognerà tener conto di alcuni parametri ambientali. Infatti, al momento dell'acquisto di veicoli adibiti al trasporto su strada le amministrazioni, gli enti aggiudicatori e a taluni operatori dovranno tener conto dell'impatto energetico e dell'impatto ambientale dei mezzi nell'arco di tutta la vita . Tra i parametri indicati: il consumo energetico, le emissioni di CO2 e di alcune sostanze inquinanti come le emissioni di biossido di carbonio (CO2), di ossidi di azoto (NOX), di idrocarburi non metanici (NMHC) e particolato.



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Mi girano le pale: normative ambientali discutibili

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..ed è sempre stato facile fare delle ingiustizie!
Prendere, manipolare, fare credere!
Ma adesso state più attenti,
perché ogni cosa è scritta!
E se si girano gli eserciti e spariscono gli eroi
se la guerra poi adesso cominciamo a farla noi
Non sorridete, gli spari sopra, sono per voi…

Mentre una buona parte del mondo – neanche troppo lontano – va in fiamme, qui in Italia si pensa al miglior modo per (continuare a) litigare, a rinfacciarsi qualsiasi studipidaggine, con politici (sedicenti statisti) la cui unica capacità è quella di urlare volgari slogan da curva (nord o sud che sia…), e la cui unica vocazione è quella di mantenere il più possibile – ed ad ogni costo – la poltrona sotto il sedere.

I fatti
Qualche settimana fa, ho pubblicato, su una rivista con la quale collaboro, un editoriale-intervista, in cui criticavo, con tanto di argomentazioni, l’incedere confuso di un legislatore che sono anni che (non solo…) in campo ambientale ci propina una normativa confusa, incoerente, stratificata, di difficile interpretazione, perennemente emergenziale, tanto da svuotare di significato il concetto stesso di emergenza, fino a farla diventare qualcosa che, per definizione, non può essere: cronica.
Naturalmente, il termine legislatore aveva – ed ha – una connotazione a-partitica, trasversale e non contingente (non era una filippica antiberlusconi, tanto per capirci, ma contro il sistema), perché normative ambientalmente discutibili sono state emanate anche sono i governi di centrosinistra (quando al capo del dicastero di via Cristoforo Colombo c’erano i Verdi), e perché, ahimè, il Parlamento – il luogo dove si fanno (ehm, si dovrebbero fare) le leggi – con il tempo sta diventando, a suon di colpi di decreti legge e di leggi più o meno “ad personam” (o “ad notabiles), un luogo più adatto a disinvolti pianisti senza ritegno che a uomini con il senso dello Stato (e non a cui lo Stato fa senso…).

In seguito alla pubblicazione di questo articolo-intervista, ho saputo che la redazione della rivista ha ricevuto una telefonata di un anonimo funzionario del ministero, nel corso della quale sono state avanzate delle lamentele generiche e non propriamente garbate per il contenuto “non consono” dell’articolo-intervista.

Ecco perché il “mi girano le pale”, e chissà se uno dei tanti benpensanti (politico di carriera o funzionario che sia…) che affollano il nostro Bel Paese si sentirà offeso anche da questa arguta ironia, così in tema con l’argomento trattato nelle pagine di questo blog…il diritto dell’ambiente (e all’ambiente) e dell’energia.

E "mi girano le pale" anche perché, nel suo “piccolo”, addirittura Natura Giuridica è stata oggetto di quella sorta di pruriginosa manifestazione da “lei non sa chi sono io” che le persone che non hanno argomenti (e che, di conseguenza, non sono in grado di argomentare…) sono solite propinare a chi è costretto a sentirli, come una liturgia del vuoto che blaterano.

Ritengo che se qualcuno si sente “offeso” da quanto qualcun altro afferma, innanzitutto si  qualifica e, successivamente, espone le proprie “contro-ragioni” – che devono essere motivate, se no è troppo facile.
Troppo facile, troppo comodo strepitare inneggiando al mancato senso (della misura, in questo caso: la mia) di responsabilità, senza suffragare le proprie affermazioni con uno straccio di motivazione.
Siamo tutti bravi a sentirci offesi, un po’ meno a comprendere il disagio di chi – e sono tanti, sono solo silenziosi per sfinimento e sfiducia – non riesce (perché non può!) neanche immaginarselo un futuro all’insegna delle molteplici sostenibilità, figuriamoci a cercare di crearlo….

Troppo facile, poi, non prendersela con il diretto interessato – l’autore di quelle affermazioni considerate “non consone” – ma scagliare la propria frustrata – oltre che anonima e non motivata, è bene ricordarlo – suscettibilità addosso a chi di quelle affermazioni non è il diretto “responsabile”, ossia lo staff della rivista.

Non ci si deve limitare, in sostanza, a generiche invettive, ma  si taglia la parte offesa e si comincia a dialogare, a discutere, magari a capire le ragioni dell’altro e a far capire (perché no?!) le proprie.

Il diritto dell’ambiente e quello dell’energia rivestono un ruolo fondamentale e strategico per il futuro del nostro Paese, e la loro regolamentazione ha molteplici e non indifferenti risvolti anche in altri settori, quello economico-lavorativo in primis: per questo occorre una politica seria, autorevole, lungimirante, dissuasiva (contro i crimini ambientali) ma nello stesso tempo incentivante (a favore delle politiche di sostenibilità), che faccia ricorso agli strumenti ordinari e non (quasi) sempre a quelli d’emergenza, inidonei, in quanto tali, a risolvere il problema alla radice.
Una politica emergenziale è velleitaria, va bene per slogan da campagna elettorale, ma non è in grado di risolvere i problemi, e neanche di tamponarli…
Occorre una politica all’insegna delle molteplici sostenibilità: ambientale, economica, finanziaria, sociale, fiscale, culturale…

Questo, dopo aver fatto le pulci ad una parte delle “novità” introdotte nell’ultimo (ennesimo) correttivo al “testone” unico ambientale, mi sono limitato a dire.
Ma se a qualcuno piace giocare a fare l’offeso o il risentito, e si prende la briga di fare le proprie anonime rimostranze a terzi, senza decidersi a contribuire, pro quota, a cercare di rendere il sistema più semplice e funzionale alle molteplici esigenze del mondo moderno beh, allora c’è da chiedersi, ritornando alla canzone citata all’inizio di questo post, dove hanno perso la dignità, lor signori…

E soprattutto come pensano di risolvere i seri problemi che – non da ieri, e neanche da ieri l’altro – affliggono il nostro Paese, che nell’anno dei festeggiamenti del 150° anniversario della sua nascita, più che programmare il proprio futuro sostenibile, viaggia a vista, un piccolo cabotaggio che non serve a niente e a nessuno?

Ma come fare a non indignarsi di fronte allo scempio che quotidianamente viene distillato da politici imbrillantinati – che minimizzano i loro reati disposti a mandare tutto a puttana pur di salvarsi la dignità mondana (come cantava Rino Gaetano) – come non reclamare ad alta voce che fare bene il proprio mestiere – qualunque esso sia – costituisce il primo, indispensabile, passo per costruire un futuro migliore e sostenibile?
E perché – e da quando – esprimere le proprie opinioni, avanzare le proprie critiche motivate è diventato oggetto di tutte le più sottili e viscide forme di censura, spacciate per tutela dell’onore, dell’onorabilità di non si sa poi che cosa?

A te che leggi il mio post forse sorridendo, giuro che la stessa rabbia sto vivendo. Stiamo sulla stessa barca io e te…


Linee Guida Abruzzo: fotovoltaico ed eolico

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Anche la Regione Abruzzo ha adottato un provvedimento con il quale ha regolamentato la realizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili: le proprie linee guida rinnovabili.
In realtà, il provvedimento adottato dalla Giunta regionale lo scorso 29 dicembre 2010 si limita a sottolineare che le precedenti linee guida regionali, adottate nelle more dell’emanazione di quelle nazionali, non si pongono in difformità con i principi e i criteri sanciti da queste ultime.

Dunque continueranno ad applicarsi i criteri e gli indirizzi per il rilascio dell’autorizzazione unica per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui alla DGR 351 754 del 2007 che riguardano, rispettivamente, gli impianti alimentati da FER, in generale, e gli impianti eolici, in particolare.

La prima deliberazione – dopo aver individuato nel SINA il soggetto responsabile del procedimento – ha distinto, ai fini dell’applicazione di regole più o meno stringenti:
• gli impianti con potenza non superiore a 20 KW, per i quali è necessario richiedere la DIA, denuncia di inizio attività;
• gli impianti fotovoltaici che superano tale soglia, realizzati su elementi di arredo urbani e viario, e quelli realizzati a terra compresi fra i 20 Kw e 1 Mw, i quali, in via generale, si intendono autorizzati nei casi e secondo le modalità specificate nell’allegato, per la lettura del quale vi rimando alla pagine Premium
e ha dettato in modo analitico in campo di applicazione delle stesse linee guida, le deroghe.



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Auto elettriche: stiamo arrivando?

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Vi sarà capitato, in questi giorni, di vedere in televisione la pubblicità di un'auto a motore ibrido (combustibile fossile + energia elettrica) di una nota casa produttrice giapponese, e lo spot della più grande azienda di energia elettrica in Italia, nel quale il disegno di un'auto da cui parte una spina elettrica è protagonista di una specie di staffetta, tra un bambino nato nel passato, autore del disegno, ed uno del presente, che sembra far parte della generazione che realizzerà la macchinina del disegno. 
Tutto questo non è - come potrebbe sembrare - il frutto di un'improvvisazione (la realizzazione di spot televisivi e più in generale di campagne di comunicazione hanno comunque i loro tempi, che viaggiano nell'ordine di mesi), ma la punta dell'iceberg di una piccola rivoluzione che, a seconda di come verrà interpretata dal mercato, cambierà il nostro modo di spostarci.


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Fotovoltaico Dinamico in Germania

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Mentre in Italia la questione fotovoltaica è al centro di un dibattito piuttosto infiammato, che vede  l'investimento governativo per finanziare le energie alternative come alternativo all'avvio di un programma nucleare,  il governo tedesco ha dato una risposta tempestiva al problema della bolla fotovoltaica, che ha investito non solo l'Italia ma tutta l'Europa nel 2010: lo scorso 20 gennaio, il Ministero dell'Ambiente di Berlino e l'associazione dell'industria solare tedesca (130.000 occupati e circa 10.000 aziende) hanno raggiunto un accordo per avviare un sistema "flessibile" o dinamico di governo delle tariffe incentivate.
Il boom  fotovoltaico, ed il conseguente infiammarsi dei mercati, non è solo un fenomeno italiano, ma europeo.
Nel 2010, i prezzi dei pannelli, moduli e celle solari sono crollati del 28-30%. La vasta caduta di prezzo deriva a sua volta dall'entrata a regime di grandi impianti produttivi sia in Europa che soprattutto in Cina e Asia. Insomma, una catena di cause - effetti di tipo globale, che ha avuto come conseguenza quella di spiazzare un po' tutti gli schemi di incentivazione europei. 
In effetti, si è prodotto un enorme divario tra costi reali dei sistemi e chilowattora fotovoltaico "premiato" con gli  euro aggiuntivi dei sistemi di incentivazione per chilowattora, previsti dai vari Conti Energia, e ciò ha letteralmente infiammato i mercati europei.
La Francia ha dovuto precipitosamente bloccare i vecchi incentivi e rivederli, mentre la Germania ha operato tre tagli consecutivi alle tariffe incentivate.
La questione che si è dunque aperta è "come controllare il sistema incentivante per il futuro, senza stop & go  che danneggiano i progetti avviati e mettono a rischio molti posti di lavoro? 


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Linee guida rinnovabili regionali: eolico

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Prossimamente sul blog di Natura Giuridica cominceremo a pubblicare qualche osservazione a caldo sulle linee guida rinnovabili regionali che, in seguito alla pubblicazione in gazzetta delle linee guida nazionali, le regioni hanno cominciato ad emanare “a modo loro”…
Facciamo prima un passo indietro, e vediamo cosa ha detto la Corte Costituzionale nella sentenza 366/2010 (pubblicata nel sito nella sezione sulle fonti rinnovabili) in merito ai limiti che le linee guida regionali devono avere.
Il giudizio di legittimità questa volta riguardava una legge regionale della Puglia, una delle regioni più “calde” nel settore delle fonti di energia rinnovabile. 
La cronistoria di quanto accaduto la potete leggere sfogliando gratuitamente le pagine della sentenza, dopo averla scaricata dal sito di Natura Giuridica, previa semplice registrazione.
Alle stregua delle considerazioni effettuate, la Consulta ha ribadito che sono illegittime le norme regionali che individuano i luoghi non idonei all’installazioni di impianti che producono energia elettrica da fonti rinnovabili, in assenza delle linee guida nazionali, in quanto l’indicazione da parte delle Regioni dei luoghi ove non è possibile costruire i suddetti impianti può avvenire solo a seguito della approvazione delle linee guida nazionali per il corretto inserimento degli impianti eolici nel paesaggio da parte della Conferenza unificata ex art. 12, comma 10, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, dovendosi qualificare l’indicata norma quale espressione della competenza esclusiva dello Stato in materia ambientale.
La predisposizione delle indicate linee guida è finalizzata a garantire un’adeguata tutela paesaggistica, di talché non è consentito alle Regioni «proprio in considerazione del preminente interesse di tutela ambientale perseguito dalla disposizione statale, di provvedere autonomamente alla individuazione di criteri per il corretto inserimento nel paesaggio degli impianti alimentati da fonti di energia alternativa».

Nella specie, il Collegio ha evidenziato che le norme regionali pugliesi, nell’allora assenza delle linee guida nazionali in materia di fonti di energia rinnovabile, nella parte in cui prevedevano aree non idonee all’installazione degli impianti eolici e i criteri per individuare le suddette zone, si ponevano in contrasto con l’art. 117, secondo comma, lettera s), Cost.,.


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Linee guida rinnovabili in Valle d’Aosta: fotovoltaico ed eolico

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Quello di oggi è il post n. 500 del blog di Natura Giuridica: un numero davvero importante e rilevante, perché raggiunto in appena tre anni di vita, lasso di tempo davvero breve (e numero di post davvero elevato…) per un “blog di nicchia”, che si occupa di diritto ambientale e di diritto dell’energia. Un blog di InFormazione e comunicazione del diritto ambientale.

Un blog che ha aperto la strada anche al sito di consulenza legale ambientale, che ha da poco inaugurato la sezione Premium.

Un blog e un sito la cui storia è stata raccontata nel libro wwworkers, edito da “Il Sole 24 Ore”, che ha scelto Natura Giuridica come uno dei simboli del nuovo modo di lavorare, nell’era della comunicazione glbale, di internet: direttamente da casa, per clienti sparsi in tutta Italia (ma anche dall’estero), ma mai così vicini, al fine di garantire, in un ambiente di lavoro, e in una città, più a misura d’uomo, un servizio professionale a costi inferiori…
Perché far pagare al cliente una parcella maggiorata per potersi mantenere sfarzosi studi legali in centro città?


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