A Bressanone, Bolzano, il primo catasto solare

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Dal 30 novembre 2011, i cittadini del comune di Bressanone (Bolzano) sono in grado di sapere se il proprio tetto è adatto a installare un impianto fotovoltaico.
Lo si deve all'istituzione di un vero e proprio catasto solare, risultato di un progetto di ricerca degli Istituti per le Energie Rinnovabili e per il Telerilevamento Applicato dell’Accademia Europea di Bolzano (EURAC) in collaborazione con il comune di Bressanone.
L'accesso al catasto solare avviene tramite internet, nella sezione città solare del sito eurac.eu.
Dopo aver individuato il proprio appartamento nella mappa all'interno del sito, occorre cliccarvi sopra per conoscere il proprio potenziale fotovoltaico. Il sito indica la superficie in metri quadrati della casa, l'insolazione media annuale raccolta dal tetto in kWh/m², quanto il tetto è adatto all'installazione di un impianto sulla base dei diversi livelli di irraggiamento (come si vede nella foto, nella mappa i diversi livelli di irraggiamento sono rappresentati da quattro diversi colori: rosso, arancio, giallo e nessun colore) e la produzione di energia elettrica annua in chilowattora con quattro differenti tecnologie fotovoltaiche (silicio cristallino ad alta efficienza, silicio cristallino standard, tellururo di cadmio o materiali basati su rame-indio, silicio amorfo doppia giunzione).
Ma come è stato possibile ottenere la mappatura di tutti gli edifici di Bressanone?


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Auguri di buon Natale e felice anno nuovo da NG

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I'm dreaming of a white Christmas
Just like the ones I used to know
Where the treetops glisten,
and children listen
To hear sleigh bells in the snow


Natura Giuridica augura a tutti voi buon Natale e felice anno nuovo


Gli Spacchettati Oxfam: fai un regalo azzeccato

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Lo hai fatto anche tu: non lo ammetteresti mai, nemmeno sotto tortura, ma so che almeno una volta ti sei liberato dei regali di natale più assurdi che tu abbia mai ricevuto riciclandoli fra amici e parenti, ed ora, a pochi giorni da Natale 2011, stai fissando lo schermo del tuo PC con uno sguardo sconsolato. Sei al lavoro, hai delle scadenze da rispettare, eppure stai pensando ai regali di Natale.
Non sai come fare: non hai tempo, non hai voglia, il budget è sempre più piccolo e, soprattutto, non ti va di passare quel poco tempo libero che hai a fare shopping di cose inutili. Hai tutta la mia comprensione, ma hai anche la soluzione a portata di mano: regalare uno Spacchettato, che è il regalo azzeccato, perché è funny, originale, solidale ed è il dono non inutile, anzi!
Regalare gli spacchettati vuol dire infatti sostenere, con il tuo contributo, i progetti di Oxfam Italia in tutto il mondo. Oxfam Italia è un'associazione umanitaria parte di una grande rete internazionale, formata da 15 organizzazioni che lavorano in ben 98 Paesi per trovare soluzioni durature alla povertà nel mondo, donando a tante popolazioni locali gli strumenti per migliorare le proprie condizioni di vita.
Se vai sul sito spacchettati.it, e scegli di regalare la capretta di Natale, oppure la gallina, aiuti Oxfam a migliorare le capacità di produzione e commercializzazione dei piccoli produttori, garantendo accesso al credito e al mercato, con particolare attenzione alle donne. Se invece regali la cicogna spacchettata aiuti Oxfam a garantire la salute delle madri e dei loro bambini intervenendo per prevenire la trasmissione materna infantile dell'Hiv in Africa.
Ma come funziona? Scegli il regalo, lo dedichi alla persona che vuoi (inviandole una cartolina, oppure una e-card personalizzabile) e il tuo dono viene ricevuto da chi ne ha davvero bisogno. Si tratta di una vera e propria triagolazione, che rende il tuo gesto preziosissimo perché tu fai un regalo a un parente, un amico, oppure a un tuo dipedente, ed infine il regalo arriva a chi ne ha veramente bisogno. Gli importi delle donazioni sono diversificati e sono stati creati sulla base dei costi che Oxfam sostiene per attuare i suoi progetti solidali in tutto il mondo. Sia le cartoline che le e card sono simpatiche e divertenti, ed il sito offre soluzioni speciali per i regali aziendali (segui la capretta con occhiali e cravatta e scoprirai come lasciare a bocca aperta fornitori, clienti e dipendenti!).
Sulla pagina FB dedicata, chi riceve o regala uno Spacchettato può mantenere un filo diretto con il suo regalo, leggendo i racconti dei benefici de Gli Spacchettati nel mondo!
Se regali una gallina a tua zia, o una capra alla tua ragazza, forse penseranno che sei un po' suonato, ma regalare loro una gallina o una capretta spacchettata significa far vedere alle tue donne che sei uno azzeccato, ironico, e con un cuore intelligente!

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Responsabilità del proprietario per culpa in vigilando

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In caso di abbandono di rifiuti e responsabilità del proprietario incolpevole si configura un dolo o una culpa in vigilando

Quando su un terreno vengono abbandonati da terzi, diversi dal proprietario, dei rifiuti, chi deve provvedere alla rimozione degli stessi? Quali responsabilità sono addebitabili al mero proprietario dell’area in questione?  

L’art. 192 del Testo Unico Ambientale dispone che chiunque viola il divieto di abbandono e deposito incontrollato è tenuto a procedere alla rimozione, all’avvio a recupero o allo smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi in solido con il proprietario e con i titolari di diritti reali o personali di godimento sull’area, ai quali tale violazione sia imputabile a titolo di dolo o di colpa, in base agli accertamenti effettuati, in contraddittorio con i soggetti interessati, dai soggetti preposti al controllo.


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Andrea Quaranta, giurista ambientale, su Tuttogreen

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Su TuttoGreen, il portale con le guide pratiche alla green economy, potete leggere l'intervista ad Andrea Quaranta dal titolo Green Job: il Giurista Ambientale.
Cos'è un giurista ambientale? Come lavora concretamente e come si costruisce questa competenza, così nuova ed attuale nel panorama dei green jobs? Vi sono figure simili all'estero?
Queste sono solo alcune delle domande che Tutto Green ha rivolto ad Andrea Quaranta, giurista ambientale con alle spalle 10 anni di esperienza, durante i quali il corpus normativo del diritto dell'ambiente e dell'energia è stato stravolto, ampliato, semplificato - e reso più complicato per certi versi - entrando a far parte della nostra vita quotidiana: nei discorsi, negli stili di vita, nel lavoro, nei progetti per il nostro futuro.


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I reati ambientali nel sistema di gestione D.Lgs n.231

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Ei fu. Finalmente, dopo dieci anni dall’entrata in vigore del D.Lgs n. 231/01, i reati ambientali sono entrati a far parte del sistema della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, “grazie” al tardivo recepimento, nel nostro ordinamento, della direttiva 2008/99/CE, sulla tutela penale dell’ambiente. 

Fu vera gloria? Parlo al passato remoto di quanto successo solo poche settimane fa perché la prima impressione è quella che non sia successo un granché, e il legislatore delegato si sia limitato esclusivamente ad inserire nella 231 (attraverso il D.Lgs 121/11, che ha introdotto al suo interno) soltanto quelle disposizioni strettamente necessarie a garantire (coma al solito in ritardo, dopo la procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia attivata dalla U.E.) l’adempimento agli obblighi comunitari scaturenti dalla direttiva 2008/99/CE, senza riordinare, ancora una volta, l’intera materia dei reati ambientali, e senza rendere obbligatoria l’adozione di modelli organizzativi idonei alla ragionevole prevenzione del rischio reato. Verrebbe dunque da rispondere in modo negativo… 

Lo suggerisce lo stesso modus operandi, lo stesso già adottato a partire dal 2001 quando, nello strutturare il sistema di responsabilità degli enti collettivi conseguenti a reato (D.LGS 231/01), il nostro legislatore delegato ritenne opportuno escludere dall’attuazione della delega i reati in materia di tutela dell’ambiente e del territorio: la loro introduzione, infatti, avrebbe fatto della responsabilità degli enti “un problema di quotidiana amministrazione della giustizia”. Tanto che, nella relazione di accompagnamento del tempo, si sottolineò che “l'introduzione della responsabilità sanzionatoria degli enti assume carattere di forte innovazione nell'ordinamento e, quindi, sembra opportuno contenerne, perlomeno nella fase iniziale, la sfera di operatività, anche allo scopo di favorire il progressivo radicamento di una cultura aziendale della legalità che, se imposta ex abrupto con riferimento ad un ampio novero di reati, potrebbe fatalmente provocare non trascurabili difficoltà di adattamento”.


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Regione Piemonte: Guida alla Valutazione ambientale strategica

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Lo scorso 31 ottobre è stata presentata a Torino la guida Cambiamento climatico: mitigazione e adattamento nel processo di Valutazione Ambientale Strategica, gli strumenti e gli obiettivi su scala locale pubblicata da Regione Piemonte e Agenzia La.Mo.Ro (Agenzia di Sviluppo Langhe Monferrato Roero).

La guida è frutto della collaborazione nel progetto “RSC Regions for Sustainable Change” inserito nel programma Interregionale IV C Fondo Europeo di Sviluppo Regionale ed ha lo scopo di aiutare le amministrazioni locali - in particolare i comuni di minori dimensioni - ad attuare il compito di vigilare su un territorio variegato e multiforme come quello piemontese.
Ai sensi della L.R. 14 dicembre 1998, n. 40, art. 1, la Regione Piemonte assume l'approccio della valutazione preventiva ed integrata degli effetti diretti ed indiretti sull'ambiente nello svolgimento delle attività normative, pianificatorie, programmatorie ed amministrative di propria competenza e ne promuove l'adozione da parte degli enti locali territoriali nell'esercizio delle rispettive funzioni amministrative e di pianificazione. 

Durante l'evento del 31 ottobre è stata proprio l’autrice della guida, Silvia Loffredo, a spiegarne l'impostazione ed il contenuto al pubblico presente, mentre altri esperti, Elena Porro e Giorgio Pelassa della direzione Ambiente e Agricoltura, hanno approfondito alcuni temi sulle risorse più sensibili e vulnerabili alle variazioni climatiche: l’acqua e il suolo.
Francesco Matera ha fatto un quadro complessivo sulle emissioni in atmosfera di varie fonti di inquinamento: acustico, elettromagnetico, atmosferico. Dei gas serra immessi nell’atmosfera, e per i quali anche le comunità locali possono fare qualcosa per ridurne i quantitativi, sono stati ricordati l’anidride carbonica, il protossido di azoto e il metano provenienti dal settore dei trasporti urbani, dagli insediamenti industriali e, in parte, anche dall’agricoltura.



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L'Organismo di Vigilanza ex Dlgs 231/01 nella Legge di Stabilità 2011

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La Legge 12 novembre 2011, n. 183 (Legge di stabilità 2012) pubblicata sulla G.U. dello scorso 14.11.2011, reca novità sui soggetti che possono svolgere le funzioni dell’OdV di cui all'art. 6, comma 1, lettera b) del D.Lgs. 231/2001, sulla responsabilità degli Enti e società. 

La modifica è contenuta nel comma 12 dell'art. 14 e recita: "All’articolo 6 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, dopo il comma 4 è inserito il seguente: “4-bis. Nelle società di capitali il collegio sindacale, il consiglio di sorveglianza e il comitato per il controllo della gestione possono svolgere le funzioni dell’organismo di vigilanza di cui al comma 1, lettera b)”. 

In relazione alla suddetta modifica, deve essere sottolineato che essa vale esclusivamente "nelle società di capitali" ed entra in vigore il 1 gennaio 2012 e, quindi, non deve intendersi immediatamente operativa.

Rispetto alla bozza di decreto legge per lo sviluppo che circolava ai primi del mese di novembre 2011 - che ha scatenato numerose polemiche - vi è un ridimensionamento della portata della norma.


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WWF: 12 specie simbolo, tante adozioni per salvarle

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Sai quali sono le 12 specie simbolo del nostro pianeta, quelle per le quali il WWF lotta ogni giorno per scongiurare il rischio estinzione e salvaguardare il loro habitat naturale? Se stai pensando all’orso polare o al panda, sei sulla buona strada.  Forza, pensane un’altra!
Hai pensato alla foca, allo scimpanzé, agli uomini in grado di stirare davvero una camicia o alle donne che conoscono per davvero la ricetta della bagna caoda? Sei già avanti, ma la strada è ancora lunga: devi arrivare a 12 e senza includere il genere umano!
Ti do una mano io: oltre all’orso polare, al panda, allo scimpanzé e alla foca, ci sono i pinguini, le tigri, i ghepardi, i panda, gli elefanti, i delfini, gli orsi bruni, i lupi e gli oranghi. Queste specie rischiano ogni anno di scomparire per sempre a causa dei cambiamenti climatici, del bracconaggio e della scomparsa dei loro habitat naturali.
Certo che, però, le conservazioni senza fondi sono un po’ solo conversazioni! E allora? Questo Natale il WWF ti da la possibilità di partecipare alla salvaguardia di alcune specie in maniera tangibile, simpatica e sostenibile: basta aderire alla campagna adozioni wwf, un progetto che permette di adottare a distanza, o regalare un’adozione di, una o più fra le specie a rischio estinzione.
Scegliere di aderire significa proteggere una delle 12 specie simbolo, ma anche le specie che con essa condividono l’ habitat: se proteggo l’orso polare, ad esempio, proteggerò anche volpi artiche, trichechi, balene e via dicendo. Aiutando gli scimpanzé ne beneficeranno anche i gorilla, e questa moltiplicazione virtuosa è il risultato di tale progetto.
Ogni adozione viene premiata con bellissimi doni che rendono ancora più tangibile il proprio gesto. Per esempio, con l’Adozione Semplice (donazione a partire da 30€), ricevi una lettera di Fulco Pratesi, una scheda sulle caratteristiche ed i rischi corsi dalla specie, un certificato, un grande planisfero con evidenziate le aree di azione del WWF e un adesivo da apporre sull’area tutelata.
L’Adozione con Peluche (donazione a partire da 50€) include, oltre ai materiali dell’adozione semplice, un peluche WWF privo di PVC (dunque adatto anche ai bambini molto piccoli) e di componenti potenzialmente tossici, che possono venire rilasciati sia in fase di produzione sia di gioco.
L’Adozione Trio (donazione a partire da 125€) è dedicata ai quattro grandi habitat condivisi dalle specie: trio polare (orso polare, foca, pinguino), trio asiatico (tigre, orango e panda), trio africano (ghepardo, elefante e scimpanzé), trio italiano (orso bruno, lupo e delfino). Per ciascun trio si ricevono i tre peluche ed i rispettivi kit, ciascuno con il planisfero, e i certificati possono essere personalizzati con nomi diversi.
Le adozioni durano un anno. Alla scadenza, si viene contattati per decidere se rinnovarla per l’anno successivo oppure no. Le possibilità di scelta sono molto ampie: si può scegliere di adottare per un periodo più lungo di 1 anno, e c’è anche l’adozione digitale o “I WWF you”, con il panda WWF circondato da un cuoricino, che permette di ricevere uno screensaver, uno sfondo per il desktop e una firma digitale direttamente via mail. WWF ha pensato proprio a tutto, incluso un efficiente servizio di spedizione che consente di aderire alle adozioni wwf anche all’ultimo minuto.
Si tratta di un progetto che mette insieme una gesto che dobbiamo fare ogni anno, i regali di Natale, con uno scopo importante e concreto: lasciare ai nostri figli un mondo con le stesse specie animali e vegetali che oggi lo popolano, attraverso il sostegno concreto al lavoro delle centinaia di ricercatori ed esperti che ogni giorno operano sul territorio, per proteggere le specie in pericolo, equipaggiano pattuglie antibracconaggio o finanziano una giornata di gestione e riabilitazione di un animale sottratto al commercio illegale da reintrodurre in natura.
Che animale scelgo io? Da abruzzese quale sono, l’orso bruno, of course. E tu, che specie adotti?


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Come diventare giurista ambientale

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Sovente ci capita di ricevere e-mail e messaggi di giovani laureati che ci chiedono come si diventa giurista ambientale. Non si tratta di una domanda banale, perché in Italia non esiste un albo o un ordine dei giuristi ambientali, per cui un laureato o una laureata che vogliano diventare giuristi ambientali sono in realtà alle prese con un ventaglio di competenze da costruire attingendo da fonti e percorsi differenti. 
In questo articolo, ci permettiamo di dare qualche consiglio, frutto dell'esperienza di Andrea Quaranta come giurista ambientale da 10 anni, e della mia come responsabile web content per il sito e per il blog di Natura Giuridica.
Per diventare giuristi ambientali occorre senz'altro una laurea in giurisprudenza, o comunque una laurea in discipline giuridiche, cui accompagnare una serie di studi post - lauream più specifici, in diritto dell'ambiente e/o dell'energia.


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Sistri: la telenovela continua tra minacce di class action e test di funzionamento, in svolgimento proprio in questi giorni.

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A inizio novembre 2011, tuonavano fulmini con la notizia dell'avvio di una class action da parte di importanti associazioni imprenditoriali come Confartigianato, Cna, Casartigiani e Confesercenti. Le azioni legali sarebbero necessarie per tentare di recuperare (anche sotto forma di credito d'imposta) i contributi versati nel biennio 2010-11 per l’iscrizione al Sistri, sistema che però non è - per lo meno fino ad oggi - diventato operativo.
 “Negli ultimi due anni – si legge nella nota che annuncia la battaglia legale - "325.470 imprenditori italiani hanno speso 70 milioni di euro per iscriversi, acquistare oltre 500mila chiavette usb e quasi 90mila black box. Risultato: il Sistri non è mai partito. Abbiamo sempre denunciato – prosegue la nota - le inefficienze e gli inutili costi del Sistri per le imprese chiamate ad attuarlo. Chiediamo una revisione profonda e strutturale del sistema, per semplificare il quadro normativo e le procedure e rendere il Sistri uno strumento di semplice utilizzo, realmente efficace per contrastare le ecomafie e fondato su criteri di trasparenza ed efficienza. In attesa che il sistema possa davvero funzionare intraprenderemo le azioni legali necessarie nei confronti del Ministero dell’Ambiente per restituire alle nostre imprese risorse che sono quanto mai importanti in questo momento di grave crisi”.
La replica del Ministero si fa attendere fino al 14 novembre, giorno in cui sul sito www.sistri.it viene pubblicato un comunicato nel quale, sostanzialmente, si conferma l'avvio dei test sul funzionamento del sistema di tracciamento Sistri:


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A Cuneo il Circolo locale del Forum Salviamo il Paesaggio

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Nella puntata speciale di Presa Diretta, dedicata all'alluvione che ha interessato Genova e le Cinque Terre,  andata in onda lunedì 7 novembre 2011, si è puntato il dito contro la cementificazione selvaggia che ha afflitto - e continua ad affliggere - il nostro Paese, considerandola come una fra le più importanti cause del dissesto idro-geologico a monte delle recenti alluvioni. 

L'altra grave causa scatenante è costituita dall'incuria nella manutenzione di argini e letti dei fiumi: se l'acqua non trova uno spazio sufficiente per scorrere se lo prende, invadendo con furia inaudita città e paesi, rimuovendo i tappi costituiti da case, arcate di ponti, arbusti ed esseri umani.

In questo scenario, appare un segnale molto importante la notizia che è sorto a Cuneo il Circolo locale del Forum Nazionale “Salviamo il paesaggio, Difendiamo i territori”, un movimento creato nei mesi scorsi da Carlo Petrini di Slow Food e altri, con lo scopo di arginare la dilagante cementificazione del nostro paese. 

Il  territorio è stato trattato, a partire dal boom economico degli anni 60 del 900 come un supermercato da cui prendere aree sempre più vaste di suoli boschivi o coltivati,  con l'unico scopo di cementificare. In passato, si è cementificato per costruire case, oggi lo si fa perché i Comuni hanno sempre più bisogno di fare cassa, e cambiano la destinazione urbanistica anche a terreni che sono situati troppo vicini ai fiumi, o che hanno una natura franosa. E i condoni non hanno certo migliorato la situazione, anzi: sono state sanate numerose situazioni che le norme qualificavano come abusive.

Il Forum Salviamo il paesaggio, Difendiamo i territori invece, sostiene che esiste una strada concreta alternativa al modello attuale e che si può gestire un comune anche facendo a meno degli oneri di urbanizzazione derivanti da nuove edificazioni. E' un risultato che si può ottenere attraverso la "crescita zero" urbanistica, come esito di una concertazione attenta e condivisa. 

I fronti operativi sono 2:


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L' assoggettabilità degli impianti fotovoltaici all'ICI

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L'assoggettabilità o meno degli impianti fotovoltaici al pagamento dell'ICI (imposta comunale sugli immobili) rappresenta un importante aspetto tributario relativo alle fonti energetiche rinnovabili, sul quale permane una notevole incertezza, causata sia dalla controversie interpretative fra Agenzia del territorio e Agenzia delle Entrate, sia dalle contradditorie sentenze dei giudici pronunciatisi in merito. In questa sede tratteremo della querelle tra le 2 agenzie.

La questione (che può essere posta in questi termini: l'impianto costituisce un bene mobile, dunque non soggetto a ICI, oppure è un bene immobile, e per questo non soggetto all'imposta?) è quanto mai stringente perché l'attuale incertezza riguarda l'azione amministrativa stessa delle 2 agenzie, gli investitori in energie rinnovabili, l'azione dei Giudici Amministrativi, presso cui vengono ad aprirsi in contenziosi e, non da ultimo, i Comuni nei quali quegli stessi impianti sono collocati, che si trovano alla perenne ricerca di fonti di finanziamento, dato il progressivo venire meno dei trasferimenti statali.

In estrema semplificazione, la discussione parte dalla definizione di bene immobile: un bene risulta immobile perché inamovibile da un bene immobile (un terreno, un fabbricato) nel quale è inserito, oppure è immobile perché privo dell'integrazione con il supporto immobile (di nuovo, il terreno o il fabbricato), o dell'integrazione fra le parti stesse che lo compongono?

Il tutto può essere affrontato con esiti diametralmente opposti se si pensa ad un impianto energetico domestico (dotato di un numero di parti componenti minore rispetto ad un omologo di maggiori dimensioni), diciamo sotto o attorno ai 20 kw,  oppure ad un impianto di potenza superiore. Nel primo caso, l'amovibilità - quanto meno teorica - è fattibile e senza costi economici aggiuntivi eccessivi (posso quindi pensare ai pannelli sul tetto di un condominio come un bene mobile), mentre risulta difficile pensare di poter spostare, se non a fronte di costi economici ingenti, un intero parco fotovoltaico da un terreno ad un altro!

Altra questione è la connessione o meno dell'impianto alla rete elettrica nazionale: nel caso di un grande impianto connesso alla rete elettrica può configurarsi un interesse pubblico, e dunque un'esenzione dall'imposta ICI? Questa è l'interpretazione, innovativa, del Consiglio Nazionale del Notariato, di cui parlo in seguito.
L'Agenzia delle Entrate fa peraltro notare che la destinazione urbanistica di un terreno su cui viene ospitato un impianto fotovoltaico non è destinata a cambiare per il fatto stesso di ospitare l'impianto: se era agricolo, o edificabile, rimane comunque tale...

L'occasione per affrontare questo argomento è data dall'attesa (che si trascina da diverso tempo) della pubblicazione di una circolare congiunta delle 2 agenzie volta a far chiarezza proprio in relazione agli aspetti prima evidenziati.



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La responsabilità d'impresa ex D.Lgs 231/2001 - servizio di consulenza

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www.naturagiuridica.com
Con l’art.2 del decreto legislativo 121 del luglio 2011 è stata estesa ai reati ambientali la portata della responsabilità civile diretta delle imprese sancita dal decreto legislativo 231 del 2001. Questo vuol dire che soggetti forniti di personalità giuridica, società, associazioni e imprese individuali sono responsabili non solo per reati contro la P.A. (es. corruzione), reati informatici, riciclaggio/ricettazione, reati societari, corruzione internazionale, reati in materia di sicurezza sul lavoro, ma anche per reati ambientali come il trasporto di rifiuti non autorizzato, o la creazione di scarichi di acque reflue industriali non autorizzati.

L'estensione della responsabilità diretta d'impresa in forza del D.Lgs n. 231/01 ai reati ambientali rientra in un percorso normativo volto a rivoluzionare il diktat, che ha imperato per anni, secondo il quale societas delinquere non potest.

Societas delinquere non potest significa letteralmente che "la società non può commettere reati" e, in sostanza, risponde ad un classico principio sulla responsabilità penale delle persone giuridiche: una persona giuridica non può commettere reati, per la mancanza di volontà (elemento soggettivo) che copre la frode ai suoi lavori. 
In tal modo, alle persone giuridiche non possono essere imposte sanzioni intese come le conseguenze giuridiche penali-classiche.
Di conseguenza,  i patrimoni societari sono stati finora fatti salvi dall'eventualità di essere soggetti a sanzioni per responsabilità da qualsivoglia reato...
Con l'estensione della responsabilità d'impresa anche ai reati mbientali, il paradigma è cambiato, e l'impresa è chiamata a rispondere direttamente per la commissione, da parte dei dipendenti, di tali tipologie di reato.

Natura Giuridica propone un servizio di consulenza in materia di responsabilità d'impresa ex D lgs 231, che supporti l'azienda nel suo confrontarsi con questa nuova materia.
Andrea Quaranta, titolare di Natura Giuridica ed esperto in diritto dell'ambiente e dell'energia, si avvale della collaborazione di Luca De Gennaro, professionista in possesso di una consolidata esperienza nella consulenza alle imprese in materia di gestione e controllo dei costi, che ha già supportato numerose imprese nella messa a punto del sistema organizzativo Mog previsto dal decreto 231.


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Abusivismo e autorizzazione paesaggistica in sanatoria

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Una società costruisce, su un terreno di sua proprietà, vicino al suo stabilimento produttivo, una costruzione abusiva di grandi dimensioni (circa 60 metri di lunghezza per 6 di larghezza).
Questo terreno è classificato come area produttiva, ma per buona parte è sottoposto a vincolo ambientale.
Un articolo delle NTA del PRG ammette nelle zone produttive l'aumento fino al 10% della superficie coperta esistente alla data di adozione del PRG stesso, ma previa stipula di una convenzione con il Comune che preveda, fra le altre cose, "miglioramenti qualitativi dell'insediamento produttivo quali la riduzione dell'impatto ambientale nonché la cessione di aree o la realizzazione di opere finalizzate all'interesse pubblico"…

Inevitabile la sospensione dei lavori, e il tentativo di una domanda di sanatoria, il suo successivo diniego e, quindi, l’ordine di demolizione. Le cose sarebbero potute andare diversamente?


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Auto Elettrica: la rivoluzione lenta

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Ho già parlato del futuro delle auto elettriche all'interno della mia rubrica Natura allo Specchio (Auto elettriche: stiamo arrivando?), in occasione del lancio commerciale di alcuni modelli di auto elettrica.
Oggi segnalo un articolo di Mario Cianflone, dal titolo "La rivoluzione lenta delle elettriche", che contiene alcune interessanti considerazioni circa il futuro dei motori elettrici sia su 4 che su 2 ruote: in effetti, tra i prodotti sfornati  dalle case produttrici rientrano gli scooter elettrici, per non parlare di tutta la vasta gamma di veicoli ibridi.

Cianflone non usa mezzi termini e parla di rivoluzione epocale, "che trasformerà radicalmente l'industria più importante del mondo, quella dei motori, avvicinandola a quella strategica della tecnologia e del digitale. Ma non sarà, nonostante i proclami delle case, la propaganda del marketing, una rivoluzione dietro l'angolo".


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Riutilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura

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La Provincia può demandare al Dirigente dell’Area Ambiente la verifica di tutte le autorizzazioni in vigore sul territorio provinciale “al fine di definire i quantitativi di fango di depurazione applicabili sui terreni agricoli, in particolare per quanto riguarda l’apporto di azoto necessario alle colture previste?
Il Commissario Straordinario può assegnare temporaneamente all’A.R.P.A. il servizio di istruttoria tecnica dei procedimenti amministrativi per il rilascio e rinnovo delle autorizzazioni all’utilizzazione dei fanghi di depurazione?
Quali poteri ha il Dirigente dell’Area Ambiente di disporre i quantitativi di fango applicabili che devono fare riferimento al fabbisogno complessivo di azoto delle colture?
Sono gli interrogativi cui si è trovato a dover rispondere il TAR Friuli Venezia Giulia nella sentenza n. 299/10 (scaricatela dalla pagina Natura Giuridica - Gestione dei rifiuti) e al quale ha risposto nei seguenti termini, riassunti per ovvi motivi di tempo.


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Fertilità dei terreni agricoli dopo il fotovoltaico

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Fra il secondo ed il quarto conto energia, in Italia sono cresciuti gli impianti fotovoltaici installati a terra. Molti di questi impianti sono stati costruiti su terreni agricoli perché, grazie all'incentivo statale e ad una congiuntura non favorevolissima per il settore agricolo, parecchi agricoltori hanno ritenuto più remunerativo vendere o affittare i propri terreni al fine di produrre energia da impianti fotovoltaici piuttosto che continuare a coltivare la terra come hanno sempre fatto.

Ma che cosa succederà ai terreni su cui sono stati installati impianti fotovoltaici tra 20 anni (termine per il godimento dell'incentivo statale) o fra 25/30 anni (durata media attuale di un pannello fotovoltaico)? Questo è l'interrogativo di fondo che sta alla base di una ricerca volta ad analizzare la fertilità dei terreni dopo la dismissione di un impianto fotovoltaico, con l'obiettivo di salvaguardarla e proteggerla.



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Localizzazione di una discarica: interesse al ricorso

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Dopo quello analizzato nel post “Quando un Comune può impugnare un atto amministrativo emanato da un altro Comune?”, oggi vi propongo un altro caso relativo a liti fra Comuni vicini, avente per oggetto la realizzazione di una discarica e, di conseguenza, il potere e l’interesse a ricorrere contro l’atto di autorizzazione.

La storia analizzata dal TAR di Parma (sentenza n. 473/10, scaricabile accessibile dalla sezione del sito naturagiuridica/rifiuti) è quella che vede protagonisti:
• il Comune di Cortemaggiore, da un lato – che aveva assentito l’esecuzione dei lavori inerenti la realizzazione di un allevamento zootecnico per suini all’ingrasso;
• il Comune di Villanova sull’Arda, secondo il Comune confinante si sarebbe indebitamente accontentato di un’autocertificazione dei proprietari recante l’impegno ad imporre il vincolo e a registrare e trascrivere l’atto di asservimento, atteso altresì che il vincolo avrebbe dovuto essere portato a conoscenza delle Amministrazioni interessate dall’intervento onde consentirne l’annotazione nei relativi atti urbanistici ma anche permetterne un coinvolgimento nelle relative decisioni.


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Costi e benefici del fotovoltaico

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Il 20 ottobre scorso, Confindustria A.N.I.E. e G.I.F.I. hanno diffuso la monografia Costi e Benefici del Fotovoltaico con l'obiettivo di diffondere una serie di dati e informazioni corretti e veritieri in materia di energia fotovoltaica:
"[...] l’impegno di ANIE/GIFI è stato quello di raccogliere in questo dossier informazioni statistiche e di mercato autorevoli, unitamente a stime elaborate all’interno del Gruppo, per portare all’attenzione degli interlocutori i grandi benefici connessi all’espansione del fotovoltaico".
Ad oggi, si legge nel rapporto, "sono oltre 11.000 i MWp connessi alla rete elettrica nazionale e questi hanno permesso nel mese di agosto 2011 di compensare integralmente l’aumento della domanda elettrica nazionale, riducendo le importazioni dall’estero. Nel periodo gennaio-agosto 2011 il fotovoltaico ha generato il 3% dell’energia elettrica consumata in Italia". 
Le Associazioni che raggruppano gli imprenditori del fotovoltaico risultano ad oggi poco rappresentative perché troppo frastagliate e, date le numerose batoste inferte al settore, come il ribasso degli incentivi contenuto nel recente Quarto Conto Energia, ora cercano una strategia comune che porti loro ad acquisire una voce sufficientemente forte da interloquire con il Governo.
E' questa l'opinione espressa nell'articolo di Jacopo Giliberto Il fotovoltaico reclama certezze, pubblicato su "Il Sole24ore" del 21 ottobre scorso. Nell'articolo si legge che Andrea Claudio Gemme, presidente di ANIE dal settembre scorso, e Valerio Natalizia di GIFI stanno lavorando in vista di un coordinamento unitario per superare sia i problemi legati all'incertezza normativa, che rende problematica la programmazione degli investimenti, sia le polemiche relative al peso degli incentivi in bolletta, al fotovoltaico in zona agricola e, più in generale, al fatto che il settore fotovoltaico, in attesa della grid parity, è ancora sostenuto dagli incentivi statali.
"Gli incentivi al fotovoltaico - prosegue la monografia - hanno favorito la creazione nel nostro Paese di una filiera industriale (corsivo mio) che oggi vanta produttori, distributori e integratori di sistemi e componenti fotovoltaici, oltre a migliaia di progettisti ed installatori che si sono specializzati in questo settore attraverso formazione dedicata ed esperienza diretta. Una programmazione nel medio termine è quanto mai doverosa per un settore che ha dimostrato di poter creare prosperità per il Paese. Un ammontare pari a 40 miliardi di euro di investimenti l’anno provenienti per lo più da privati, hanno creato oltre 100.000 posti di lavoro dei quali circa 20.000 addetti diretti e con età media inferiore ai 35 anni. Per quanto riguarda gli introiti per le casse dello Stato essi ammontano a quasi 4 miliardi di euro nel solo 2010 e si tratta di entrate che non hanno richiesto nessun esborso da parte dello Stato. Altrettanti benefici potrebbero essere creati al 2020 (e oltre) se solo riuscissimo a porci obiettivi più ambiziosi e pianificare uno sviluppo sostenibile del mercato, fotovoltaico ed elettrico, attraverso una normativa stabile ed una strategia energetica nazionale che preveda un equilibrato mix delle fonti di generazione".

L'affermazione che oggi in Italia esista una vera e propria filiera industriale delle energie rinnovabili non è condivisa da tutti. Secondo l'economista Alberto Clò, "Le politiche energetico-ambientali oggi vigenti in Italia sono paralizzate, e occorre superare quanto prima la fase “assistenziale”, fondata su eccessivi ed ingiustificati incentivi (il caso più lampante è quello del conto energia), non accompagnati da alcuna politica industriale degna di questo nome […] Occorre una nuova consapevolezza: non bisogna chiedersi se sviluppare le fonti di energia rinnovabile, ma come farlo, prendendo spunto da quanto avvenuto in Germania, dove nel giro di 15 anni è stato costruito un intero “sistema rinnovabili”, mentre negli stessi anni da noi non è nato nulla” (Torino, Terza Conferenza sul bio-etanolo di marzo 2011).
Il fotovoltaico rappresenta oggi una fonte di energia interamente producibile all’interno dei confini nazionali, pulita e rinnovabile che ha bassissimi costi di produzione. Una fonte energetica sulla quale il cittadino, l'impresa e l'ente pubblico possono fare leva senza dipendere dai precari equilibri geopolitici mondiali che causano oscillazioni nei costi energetici.
Restano i problemi legati all'effettiva utilizzabilità dell'energia elettrica prodotta, che sono diretta conseguenza della discontinuità con la quale alcune fonti rinnovabili producono energia. A parere delle associazioni, si tratta di problemi superabili con l'ausilio di nuove tecnologie, da applicare e combinare caso per caso.

Il  testo completo della monografia è scaricabile dal sito GIFI accedendo alla pagina tutta la verità sul fotovoltaico


Sistri: al via i test

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Secondo un comunicato apparso sul sito del Ministero dell'Ambiente il 12 ottobre scorso, oggi 24 ottobre 2011 dovrebbe prendere avvio una serie di 4 test "su specifici aspetti" del SISTRI così come emerso "nella riunione di ieri del Comitato di Vigilanza e Controllo sul Sistri (del quale fanno parte le categorie interessate ed il Ministero del’Ambiente)".

La nota prosegue riportando che "entro il 10 novembre [si svolgerà] un grande test con le aziende con oltre 50 dipendenti cui ne seguirà, entro novembre, un altro per le aziende da 11 a 50 dipendenti. L’obiettivo di testare, entro il termine fissato, tutti gli utenti Sistri per i quali il sistema entrerà in funzione in febbraio. Naturalmente è prevista la individuazione di eventuali correttivi ove si rendessero necessari in base agli esiti delle sperimentazioni".

L'obiettivo della nota è in realtà quello di chiarire che non "hanno alcun fondamento le affermazioni secondo le quali sono fermi i test sulla funzionalità del Sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi (SISTRI). Non vi è alcun “impasse” ed i test proseguono per concludersi, come previsto dalla legge, entro il 15 dicembre".

Dopo le notizie, circolate nelle settimane scorse, a proposito della soppressione del Ministero dell'Ambiente, si guarda con ulteriore attenzione ogni notizia relativa al sistema Sistri, per il quale le aziende hanno già sostenuto dei costi. In effetti, a partire dal  suo debutto, ormai più volte rinviato, il sistema di tracciamento dei rifiuti è costato "alcuni milioni di euro alle centinaia di migliaia di imprese coinvolte nell’ambizioso progetto di tracciamento digitale dei rifiuti. Al termine di un ciclo di incontri con le associazioni imprenditoriali, culminati nell’audizione informale delle categorie davanti alla commissione Ambiente della Camera, il ministero ha messo in programma un ciclo di test di operatività del sistema informatico, per evitare di arrivare in affanno al (quinto) debutto di febbraio" così scriveva Alessandro Galimberti nel suo articolo "Il Sistri prova la ripartenza" pubblicato su IlSole24ore - inserto Norme e Tributi - del 12 ottobre 2011.

Le simulazioni si sono rese necessarie visto che parte dei continui rinvii è attribuibile a inefficienze riscontrate nel funzionamento del sistema. I test dovranno riprodurre nel modo più vicino alla realtà le sollecitazioni di caricamento dati che si verificheranno quando il Sistri sarà entrato in vigore.

Prosegue Galimberti: "Se i nuovi test “realistici” daranno risultati apprezzabili, in un secondo momento le due prove verranno accorpate in un terzo appuntamento, per raggiungere un livello di simulazione il più possibile vicino a una ordinaria giornata di caricamento dati “in tempo reale”, che è ciò che più interessa agli operatori. Si farà invece un test a parte e dedicato per la Campania, dove il tracciamento riguarderà, per le note emergenze, uno spettro più ampio di rifiuti. E proprio sulla tabellarizzazione più generale dei rifiuti – adempimento richiesto dall’ultima modifica estiva al testo di Sistri, che esenta alcune tipologie dal tracciamento – i tecnici del ministero stanno cercando un’intesa sempre con le categorie, per arrivare a una formulazione il più possibile condivisa del decreto ministeriale cui è stata demandata la separazione. Secondo fonti governative, si tratta di scegliere, e quindi fissare, limiti quantitativi e/o caratteristiche tecniche di “non nocività” ambientale per procedere alla definizione normativa di «non pericolosità», evitando così il rischio – rappresentato da alcune categorie – di procedere con un criterio «soggettivo» che colpisca indiscriminatamente alcune attività".


La bozza del decreto sviluppo e altri provvedimenti in materia di rinnovabili

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Si rincorrono nelle ultime ore voci di una serie di provvedimenti in materia di fonti rinnovabili, che sarebbero contenute nel decreto sviluppo in preparazione dal nostro Governo.
In particolare, diversi giornali hanno parlato fino a poche ore fa di condono tombale per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici abusivi, e poi ancora di moratoria per i grandi impianti, ossia di uno stop per legge in attesa di interventi di messa in sicurezza delle rete di distribuzione e, dulcis in fundo, dell'introduzione di criteri perequativi per il godimento degli incentivi statali.
Le notizie hanno scosso tutte le associazioni di categoria e molte sono state le reazioni di condanna di tali presunti interventi.
Il capitolo condono tuttavia sembra essere ormai chiuso, dopo la smentita ufficiale arrivata dal sottosegretario allo sviluppo economico con delega all'energia Stefano Saglia. Nel medesimo intervento, Saglia ha espresso parere negativo anche sui sistemi di perequazione, ma con una smentita meno secca.
Come funzionerebbe questo sistema?



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Ricordati di salvare l'Italia

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Ricordati di salvare l'Italia è il titolo della campagna nazionale di raccolta fondi indetta dal F.A.I. - Fondo Ambiente Italiano, e ci ricorda che ottobre 2011 è il mese per sostenere concretamente la Cultura e la Bellezza del nostro Paese. 

Per tutto il mese di ottobre è possibile donare "2 euro con un sms al numero 45506 da cellulari Tim, Vodafone, Wind, 3, Coopvoce, Postemobile e Tiscali oppure 5 o 10 euro chiamando da rete fissa Telecom Italia, Infostrada, Fastweb e Tiscali,  o 2 euro chiamando da rete fissa Teletu per salvare straordinarie testimonianze del patrimonio d’arte, natura e paesaggio italiano che il FAI tutela. Ricordati di salvare l’Italia.
Costruiamo insieme un futuro migliore".

Vale la pena di ricordare che, quando si parla di bellezza e cultura, non si intende solo il dovere di proteggerle, salvaguardarle e tramandarle ai posteri, ma si fa riferimento a una vera e propria economia, fatta di posti di lavoro, risorse, idee e creatività, che occorre valorizzare ora più che mai.


Quarto conto energia (DM 5maggio 2011 sul fotovoltaico): una panoramica a sei mesi dall'entrata in vigore

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Introdotto con il decreto ministeriale del 5 maggio 2011 il Quarto Conto Energia è entrato in vigore il primo giugno 2011, sulla scia di numerose polemiche, dovute all'incertezza normativa che ha frenato investitori e operatori del settore.

Il decreto 5 maggio 2011, emanato in seguito al criticato Decreto Romani, avrà effetti fino al 2016 e si fonda su un netto cambio nella filosofia che sta alla base del sistema di incentivazione.
La riduzione degli incentivi infatti non penalizzerà tanto i piccoli impianti, ma avrà ripercussioni maggiori su quelli di grandi dimensioni (in particolare, quelli realizzati a terra) che hanno consentito, finora, grandi speculazioni:  per famiglie, condomini e PMI, che decideranno di produrre energia installando pannelli fotovoltaici sul proprio tetto, gli aiuti previsti continuano ad essere piuttosto consistenti.

Con riferimento alle installazioni realizzate entro il 2012, ad esempio, gli incentivi vanno dai 34 centesimi per chilowattora (impianti sugli edifici, di potenza fra 1 e 3 kW)  e 30 centesimi per kW/h (altri impianti fotovoltaici, stessa dimensione) di ottobre 2011, ai 25 centesimi (impianti sugli edifici) e ai 22 (altri impianti fotovoltaici, stessa dimensione) del secondo semestre 2012.
Vi è la possibilità di rivendere al GSE l'energia che si è prodotta ma non auto-consumata, energia che, ai prezzi correnti di mercato, vale all’incirca 10 centesimi a chilowattora; si otterrebbe, quindi, una rendita che va dai 44 ai 31 centesimi per ogni chilowattora immesso nella rete elettrica. In caso di autoconsumo, poi, il risparmio per l’energia non acquistata si aggira intorno ai 20 centesimi a chilowattora, che, unito al valore dell’incentivo, porterebbe ad una remunerazione superiore a mezzo euro. Il fattore tempo influisce poi sulla portata della tariffa incentivante, che decresce col passare degli anni: dal 2013 la quota si abbasserà di circa 20 centesimi rispetto al mezzo euro attuale, pur rimanendo una fra le più alte in Europa.

In altri termini, è stato introdotto il decalage delle tariffe incentivanti, al fine di diminuire gradualmente il peso degli incentivi, in vista della c.d. grid parity. A ciò si aggiunge la misura dell’innalzamento dell’obiettivo indicativo di potenza installata a livello nazionale, che balza dagli 8.000 mw entro il 2020 ai circa 23.000 mw al 31 dicembre 2016: dunque una stima maggiormente realistica, che tiene conto delle reali dimensioni  del mercato fotovoltaico.

Una delle novità più interessanti del D.M. 5 maggio 2011 è  l'introduzione di premi aggiuntivi, non cumulabili tra loro: 
  • incrementi pari a 5 centesimi al chilowattora per gli impianti fotovoltaici installati su tetti in sostituzione di coperture in eternit o comunque contenenti amianto;
  • incrementi del 10% per gli impianti il cui costo di investimento (per quanto riguarda i componenti diversi dal lavoro, quindi pannelli, inverter…) sia per non meno del 60% riconducibile a una produzione realizzata nell'Unione europea; 
  • incrementi dal 5% al 30% in presenza di un nuovo attestato di certificazione energetica dell'edificio su cui è ubicato l'impianto. 



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Bonifica: la responsabilità di una società mera proprietaria di un sito da bonificare

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Nel corso degli anni, un terreno – oggetto dello “scontro” analizzato nella sentenza che vi riassumo oggi, TAR Firenze, n. 549/10, gratuitamente scaricabile da Natura Giuridica - Siti contaminati, per utenti registrati) –
è passato da una proprietà all’altra, come spesso avviene nel mercato immobiliare.
Ad un certo punto, all’ultimo, malcapitato proprietario, viene fatto presente che deve mettere in sicurezza il terreno stesso, che, nel frattempo, è stato “trovato” inquinato….
Gulp!
Di storie simili (ma non uguali!) ho parlato spesso nelle pagine del blog e del sito (in calce a questo post potrete trovare un elenco indicativo di alcuni degli articoli più letti): cos’ha deciso il TAR di Firenze in questo caso?
Prima di rispondere, mi tocca ricordare al lettore che ogni caso fa storia a sé, e che non può prendere “per oro colato” ciò che trova scritto in queste pagine, ma solo come uno spunto di riflessione, a partire dal quale analizzare la propria situazione, meglio se con l’aiuto di un consulente ambientale


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Sistri: tracciabilità a febbraio 2012?

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Con la conversione in legge del decreto legge 148/2011, il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti denominato SISTRI sarà obbligatorio a partire dal 9 febbraio 2012. Questo dato segna l'ultimo (forse) atto di una vicenda, quella dell'entrata in vigore di questo sistema, segnato da varie puntate.

Ma a cosa dovrebbe servire esattamente il Sistri?


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Workshop sulla filiera delle biomasse per uso energetico

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E' possibile scaricare gli atti del workshop tenutosi il 7 ottobre scorso accedendo al sito web del Comune di Apiro.

Natura Giuridica sarà presente al Workshop La filiera delle biomasse per uso energetico: un'opportunità per il territorio e per l'ambiente, che si terrà venerdì 7 ottobre 2011 presso il Teatro Comunale Giovanni Mestica, nel comune di Apiro, in provincia di Macerata. 
La necessità di incrementare la produzione di energia elettrica e calore da fonti rinnovabili  è ormai sentita a tutti i livelli dell'amministrazione pubblica. Il ruolo delle biomasse appare essenziale, ma occorre essere ben consapevoli delle conseguenze negative derivanti da una poco attenta pianificazione energetica. Per esempio, nel caso delle biomasse legnose da ceduazione, evidentii sono i vantaggi legati alla disponibilità di questa risorsa, e al suo elevato potere calorifero, ma restano aperti interrogativi riguardo all'uso sostenibile del bosco anche in termini di biodiversità.
L'evento, organizzato da RSE (Ricerca sul sistema Energetico - RSE SpA, società partecipata totalmente a capitale pubblico con socio unico GSE) è in collaborazione con Regione Marche, Provincia di Macerata, Comunità Montana Ambito 4, Legambiente Marche, Facoltà di Agraria Università Politecnica delle Marche, FIPER (Federazione Italiana Produttori Energia Rinnovabile) e FINCO (Federazione Industrie Prodotti Impianti e Servizi per le Costruzioni). 
Per ogni altra informazione, si rinvia alla brochure pubblicata di seguito.





Campionato solare termico 2011

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Lo scorso 22 settembre sono stati presentati a Bolzano i vincitori della competizione annuale di Legambiente Campionato Solare Termico. I comuni di Terento (BZ), Torre San Giorgio (CN) e Prato allo Stelvio (BZ) sono i primi tre classificati, premi speciali invece a Vaiano e Padova per i migliori progetti locali. 

Il Campionato Solare seleziona ogni anno le città più virtuose in materia di fotovoltaico e solare termico: i vincitori sono dunque i comuni “più solari” d’Italia, quelli più avanti nella rivoluzione energetica che il solare consente di realizzare come alternativa alle fonti fossili.

I criteri alla base della classica sono molteplici e tengono conto di diversi fattori, perché mettono in luce i risultati più importanti realizzati nei Comuni in termini di risposta del solare ai fabbisogni delle famiglie (elettricità e acqua calda sanitaria, riscaldamento delle case) e sono elaborate in funzione della popolazione residente, proprio perché diverse sono le situazioni nei grandi, medi e piccoli comuni. Inoltre, punteggi “bonus” sono assegnati ai comuni che hanno favorito lo sviluppo del solare attraverso precise politiche energetiche, come i Regolamenti Edilizi, e per progetti energetici realizzati in aree degradate o soggette a bonifica e sono “premiati” gli impianti fotovoltaici su tetti o coperture rispetto a quelli a terra, proprio perché una delle opportunità del solare consiste nell’avvicinare domanda e produzione di energia. 

  1. A Terento, primo classificato, sono collocati ben 186 impianti distribuiti tutti su tetti e coperture. In questo piccolo comune altoatesino, il contributo del fotovoltaico copre al 100% i fabbisogni elettrici delle famiglie residenti, grazie a 834 kW di impianti fotovoltaici installati, mentre sono 1.800 i mq impianti termici che permettono ridurre sensibilmente le bollette delle famiglie. 
  2. A Torre San Giorgio, in provincia di Cuneo, sono installati 3,3 MW fotovoltaici, con una crescita di ben 2,6 MW solo nell’ultimo anno, e 1.556 mq di pannelli solari termici di cui 1.000 su un originale impianto a parete verticale di un’azienda locale. 
  3. Prato allo Stelvio può vantare 1.100 mq di pannelli solari termici e 5,6 MW di impianti fotovoltaici distribuiti in 99 impianti, e grazie al suo articolato e integrato sistema di impianti da fonti rinnovabili è al 100% rinnovabile sia per la parte elettrica che per la parte termica. 
Come si diceva, 2 premi speciali sono andati, per l’impegno e le scelte effettuate, al Comune di Padova per il progetto di solarizzazione degli edifici comunali, che ha portato a installare 52 impianti, e al Comune di Vaiano (Po), per il progetto di un impianto fotovoltaico integrato realizzato in una ex discarica. 

Il Campionato Solare è una competizione tra comuni, nata allo scopo di diffondere la cultura del solare termico e fotovoltaico nei territori italiani. E’ curato da Legambiente e realizzato in collaborazione con la Fiera Klimaenergy di Bolzano, dove sono stati presentati appunto i risultati dell’edizione 2011, e alla quale hanno partecipato 3.921 comuni italiani (il 48,4% del totale), ossia quelli che ospitano sia impianti solari termici che fotovoltaici. 
Non necessariamente si tratta di piccoli comuni (2.260 dei comuni partecipanti hanno meno di 5.000 abitanti), perché 1.276 sono comuni medi (tra 5.001 e 20.000 abitanti), 341 sono medio grandi (con un numero di abitanti compreso tra 20 mila e 100 mila) e ben 44 sono grandi comuni (> 100.000 mila abitanti). 



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Scarico senza autorizzazione di reflui provenienti da attività di allevamento di bestiame

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È consentito lo spandimento di reflui zootecnici, utilizzabili a scopo agronomico, in assenza di autorizzazione?
No. È quanto ha ribadito la Cassazione nella sentenza n. 11256/10 (scaricabile gratuitamente dagli utenti registrati al sito di Natura Giuridica) dalla pagina N.G. su normativa sui rifiuti.
Anche a seguito della depenalizzazione della condotta di scarico senza autorizzazione di reflui provenienti da attività d’allevamento del bestiame – sottolinea il Giudice – depenalizzazione introdotta dal D.Lgs n. 4 del 2008, che ha modificato per la seconda volta il Testo Unico Ambientale, l’utilizzazione agronomica dei reflui provenienti da attività di allevamento di bestiame, al di fuori dei casi o dei limiti consentiti, continua ad integrare il reato previsto dall’articolo 137 dello stesso D.Lgs n. 152/06 (Testo Unico Ambientale).


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Dove conviene investire nelle energie rinnovabili

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Ernst & Young ha elaborato l'ultima edizione dell'indagine trimestrale "Renewable Energy Country Attractiveness Index" dedicata agli investimenti in energie rinnovabili


Questo rapporto analizza gli scenari della geopolitica e del mercato economico globale e stila una classifica dei Paesi dove appare più conveniente investire nel settore delle energie rinnovabili.

A sorprendere non sono tanto i risultati della classifica, quanto le tendenze che il rapporto individua: in prima istanza, l'ingresso in classifica di un paese come la Romania, salita di 5 posti  grazie alla introduzione di un meccanismo simile a quello dei nostri certificati verdi.

Anche lo stop al nucleare condiziona le preferenze degli investitori, tanto che la Germania ha guadagnato 2 punti - ritornando così al terzo posto - perché ci si aspetta che il governo investa tempi e denari nel settore delle rinnovabili.

E l'Italia? Si trova in quinta posizione, perdendo così un paio di punti rispetto alla precedente edizione dell'indice, pari merito con il Regno Unito (ebbene si, il piovoso Regno Unito). La causa della perdita di posizioni nel nostro paese è dovuta alla crisi economica generale dei paesi dell'euro ma non solo:
solo ora gli investitori cominciano a tirare sospiri di sollievo grazie alla conclusione delle travagliate vicende che dal "decreto ammazza rinnovabili" hanno portato al quarto conto energia; restiamo quinti al mondo come attrattività per gli investimenti nel solare, mentre per installazioni siamo il secondo mercato mondiale. 
Nell'eolico invece il paese perde una posizione: era il sesto paese più attraente nella scorsa edizione, ora è il settimo; buono il punteggio per quel che riguarda l'attrazione di investimenti in biomasse e altre rinnovabili: siamo sesti.  

Il Regno Unito va bene, grazie alla feed in tariff prevista con la riforma del mercato elettrico, ma soffre ancora di diverse incertezze, come quella nelle procedure autorizzative, che portano il paese a perdere un punto rispetto all'edizione precedente del report. 
In Spagna, alla crisi si è aggiunta una stretta sugli incentivi al fotovoltaico e nel complesso il paese ha perso due punti nell'indice.
Certamente, la crisi finanziaria, le riforme dei sistemi incentivanti, i cambi nelle strategie energetiche dovuti all'abbandono di programmi nucleari hanno fatto sobbalzare più di una volta la green economy mondiale, influenzando la capacità dei vari paesi di attrarre investimenti nelle rinnovabili.
Mentre Cina e Stati Uniti, si legge nel rapporto, restano ai vertici della classifica, l' India si attesta al quarto posto, dopo la Germania. 

La Cina  in effetti è il paese con più investimenti nell'eolico (e nelle rinnovabili in genere), anche se attraversa qualche difficoltà dovuta al fatto che l'implementazione delle infrastrutture elettriche non sta tenendo il passo, e perché il fondo governativo per i produttori di turbine sarebbe prossimo a finire. 

Gli Stati Uniti hanno avuto un secondo trimestre sottotono, perché non è ancora chiaro se il Clean Energy Standard, l'obbligo di acquisto di rinnovabili da parte delle utility voluto da Obama, riuscirà ad essere approvato, mentre altre forme di incentivi, come i finanziamenti e i prestiti agevolati per l'eolico hanno un futuro incerto.  

Maggiori approfondimenti all'interno dell'articolo:
Dove conviene investire nelle rinnovabili. Il report Ernst & Young

Bonifica siti contaminati: è possibile la motivazione “per relationem”?

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In un procedimento di bonifica di siti contaminati, è possibile attribuire la responsabilità facendo riferimento “per relationem”, vale a dire, attraverso l’inequivoco ed esplicito richiamo ad un altro atto?
La carne al fuoco è tanta, perciò, al fine di contestualizzare la vicenda, faccio un rapido cenno agli avvenimenti principali, rimandando i curiosi fra di voi ad approfondire la storia alla lettura del testo integrale della sentenza del Tar Firenze 6538/2010, scaricabile dalla pagina naturagiuridica/bonifica-siti-inquinati

Una società è proprietaria di un terreno e presenta un progetto di bonifica dell’area, che prevedeva anche la realizzazione di una vasca di messa in sicurezza delle terre di bonifica, realizzata sotto il piano di campagna.



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Perché è necessaria una consulenza in materia di gestione dei rifiuti: un piccolo esempio di vita quotidiana

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Di gestione dei rifiuti si può cominciare a parlare adesso, e non finire teoricamente mai.
Sono così tanti gli aspetti da trattare, le eccezioni da rilevare, le deroghe da elencare, le interpretazioni sulle quali discutere che ogni tentativo di mettere la parola fine finisce con il risultare vano.
Questo lo dico soprattutto per voi che mi contattate “perché avete letto quella sentenza, quel commento nel quale si diceva che…” per chiedermi di assecondarvi, e dire che sì, la vostra interpretazione è proprio quella corretta, che le cose stanno proprio così….
Che, fuori di metafora, quello che avete fra le mani non è un rifiuto, ma qualcos’altro: cosa, spetta a me, consulente esperto in diritto dell’ambiente e dell’energia, stabilirlo.
Trovarlo, se mai…
Bene, non è così, non è questo il ruolo del consulente: il ruolo del consulente è quello, innanzitutto, di far luce sulle tante ombre che si allungano, che scombussolano, complicano, rovinano i vostri progetti, le vostre (legittime) aspettative, troppo spesso però inseguite con mezzi che tanto legittimi (ehm, leciti) non sono.
E sto parlando di assoluta buona fede, portata agli eccessi, tuttavia, dalla smodata volontà di voler interpretare a proprio uso e consumo la legge.


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Caro-libri: soluzioni per il risparmio

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A settembre si torna tutti a scuola, ma per farlo occorre che ogni studente si munisca del "corredo scolastico" prescritto da insegnanti e professori. L'acquisto dei libri, degli zaini, dei diari e di tutto ciò che serve comporta ogni anno per le famiglie un notevole impegno economico, da moltiplicare per il numero dei figli. 
Per indicare la stangatina di settembre per le famiglie con figli in età scolastica si parla di carolibri o caro - libri.
Ogni anno, le famiglie cercano di correre ai ripari per risparmiare qualcosa, ricorrendo per esempio ai mercatini dei libri usati, oppure ai siti internet dove gli acquisti possono essere fatti direttamente on line.


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Fotovoltaico e vincoli paesaggistici: quale equilibrio?

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Dopo il progetto presentato poco tempo fa (lo abbiamo visto nel post dal titolo Fotovoltaico, vincoli paesaggistici e DIA,) l’io narrante ne presenta un altro, sempre per la realizzazione di un impianto fotovoltaico di potenza inferiore a 1 MW.
Chiede ancora l’autorizzazione paesaggistica, che viene rilasciata “in conformità del parere e del progetto sopra indicato”…

Anche questa volta l’autorizzazione viene annullata, per carenza “di adeguate motivazioni” e difetto di istruttoria, dato che nella stessa “non sono manifestate le ragioni giustificatrici in base alle quali l’intervento è ritenuto compatibile con il contesto vincolato in relazione all’esigenza di rispetto e conservazione del paesaggio.
Inoltre, si spiega, l’intervento finirebbe per alterare “gravemente il paesaggio tutelato per la sua originaria bellezza e conformazione naturale, introducendo un elemento di discontinuità percettiva inaccettabile in un quadro panoramico di grande rilievo sotto il profilo culturale e di riconoscibilità geografica di un esteso territorio”.



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Fotovoltaico, vincoli paesaggistici e denuncia inizio attività

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Presento al Comune una denuncia di inizio attività per la realizzazione di un impianto fotovoltaico di potenza inferiore a 1MW.

Richiedo anche l’autorizzazione paesaggistica, visto che l’area in cui intendo realizzare il mio impianto ricade in un’area gravata da vincolo paesaggistico.
Quest’ultima autorizzazione mi viene rilasciata, sulla base di una serie di considerazioni:
a) l’intervento ... non contrasta con i caratteri ambientali e paesaggistici tutelati dal vincolo. Il terreno oggetto di trasformazione è privo di vegetazione arborea o pregiate essenze locali, essendo, allo stato, incolto e caratterizzato dalla presenza di infestanti;
b) l’intervento non comporta un impatto visivo significativo né crea discontinuità,
c) il progetto è conforme agli indirizzi di tutela previsti per l’ambito interessato…

Nonostante ciò, l’autorizzazione viene annullata con un decreto della sovrintendenza perché “il provvedimento autorizzatorio comunale sarebbe privo di “adeguate motivazioni”.
Ovviamente faccio ricorso.


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Poteri delle Regioni in relazione alla realizzazione di impianti eolici

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Oggi un’altra puntata che riguarda il complesso – o complicato? – mondo del riparto di competenze fra Stato e Regioni in materia di energia EOLICA, già affrontato tante volta nelle pagine di Natura Giuridica (a fine post troverete un elenco dei post più visitati, in materia di regioni ed energia eolica).

Nella sentenza di oggi (Corte Costituzionale, n, 344/10, scaricabile gratuitamente dal sito naturagiuridica/fonti-rinnovabili, previa semplice registrazione) la Consulta ha evidenziato che le norme regionali pugliesi, oggetto di esame, emanate prima dell’entrata in vigore delle Linee guida nazionali, nella parte in cui prevedono aree non idonee all’installazione degli impianti eolici e i criteri per individuare le suddette zone, si pongono in contrasto con l’art. 117, secondo comma, lettera s): le Regioni, infatti, non possono adottare una propria disciplina in ordine ai siti non idonei alla installazione degli impianti eolici prima dell’approvazione delle indicate linee guida nazionali.


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Fotovoltaico in zona agricola (prima delle linee guida rinnovabili)

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Natura Giuridica ha parlato numerose volte di fotovoltaico in zona agricola, sia nelle pagine del blog che in quelle del sito (v. link in fondo al post).
Oggi torniamo sull’argomento fotovoltaico in zona agricola per analizzare cosa ha detto un giudice amministrativo (TAR Trentino, sentenza n. 240/10, che potete consultare sul sito NaturaGiuridica/rinnovabili,  basta essere registrati).

In estrema sintesi, un Sindaco dell’Alta val Badia aveva rigettato la domanda di concessione edilizia per la realizzazione di un impianto fotovoltaico su terreni di proprietà del richiedente, con destinazione a verde agricolo.
Nel ricorso amministrativo, il richiedente si doleva:


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Natura Giuridica vi augura buone vacanze

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Il Blog Ambientale Natura Giuridica ed il sito web vi salutano e vi augurano Buone Vacanze e Buon Ferragosto! La pubblicazione dei post riprenderà il 29 agosto.

Per quanto riguarda le richieste di consulenze ambientali e di pareri legali ambientali, lo studio resterà in funzione salvo la giornata di ferragosto. Pertanto, se avete necessità di contattare sia per e mail che per telefono lo studio Natura Giuridica potrete tranquillamente farlo.


Riutilizzazione di un materiale, nozione di rifiuto e trasporto rifiuti

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Un impianto di produzione industriale può essere qualificato anche impianto di recupero di rifiuti, nel caso vengano utilizzati rifiuti nel processo produttivo?

Il caso analizzato dal TAR di Bologna, nella sentenza che oggi vi propongo (TAR Bologna, n. 8012/10, scaricabile gratuitamente sul sito di Natura Giuridica/Rifiuti, previa semplice registrazione) riguarda l’impugnazione, da parte di una società:
• di un provvedimento provinciale, con il quale era stato disposto il divieto di inizio di attività di recupero di rifiuti non pericolosi, e
• di alcuni pareri regionali relativi alla comunicazione, effettuata dalla stessa società, di voler variare sia alcune tipologie, sia i quantitativi complessivi annui di rifiuti non pericolosi trattati ed avviati al recupero, nel proprio impianto, con cui produce conglomerato bituminoso,
che si fondavano sulla necessità che la modifica impiantistica fosse sottoposta alla procedura di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale…

E cosa ha detto il giudice amministrativo emiliano, al riguardo?


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Localizzazione di una discarica quando possono essere fatte valere le ragioni di un Comune vicino

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Prossimamente, sul sito di Natura Giuridica, verranno pubblicati degli specifici pareri volti a cercare di mettere un po’ di ordine alla confusione che molti operatori del settore coltivano in relazione alla nozione di sottoprodotto, rifiuto, materia prima secondaria, riutilizzo, riciclo, riuso.
Confusione, beninteso, creata, gonfiata e, appunto, “coltivata” “grazie” al nostro solerte legislatore, incapace di dettare norme coerenti e durature.

A tal proposito, se avete delle domande da porre a Natura Giuridica, volte a risolvere gli amletici dubbi giuridici che vi attanagliano (sottoprodotto o rifiuto?), mandate il vostro quesito al seguente indirizzo di posta elettronica: andrea.quaranta@naturagiuridica.com

In questo post voglio dirvi cos’ha detto la Cassazione nella sentenza n. 15375/10 in merito alla riutilizzazione di un materiale e alla nozione di rifiuto, argomento affine ma, scoprirete continuandomi a seguire nelle pagine del blog e del sito, per certi versi anche diverso: quelle di mps, sottoprodotto, rifiuto, riutilizzazione, riciclo, riuso, recupero sono nozioni che hanno le loro precise peculiarità, ma spesso vengono confuse, e conducono ad agire sul filo del rasoio, in perenne equilibrio fra lecito ed illecito.
Per questo occorre sgomberare il campo dagli equivoci, e affidarsi ad una consulenza preventiva che, studiato il caso concreto, consenta di poter agire in tutta tranquillità, consci del quadro generale entro il quale è possibile muoversi.



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Ripresa del fotovoltaico e dell'immobiliare

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Con l''approvazione della manovra finanziaria, sono state sciolte tutte le incertezze dervanti dalle voci  e dalle ipotesi circolate su quali sarebbero stati i settori su cui si sarebbe abbattuta la scure delle nuove tasse.
Nel corso dei lavori preparatori del testo, per esempio, si sono rincorse voci - rivelatesi poi infondate - di nuove tasse sulla casa e sul settore delle energie rinnovabili. Come è noto invece, il Governo ha deciso di colpire i patrimoni e le pensioni, nonché i trasporti con l'aumento delle accise sulla benzina.
Le voci incontrollate hanno tenuto in trepidante attesa sia il mercato delle vendite immobiliari, sia quello legato alla compravendita ed alla realizzazione di impianti fotovoltaici.
Ora che i dubbi sono stati sciolti, si assiste ad una ripresa degli investimenti, sia per quanto riguarda il settore casa, sia per quello delle rinnovabili. I costi dei pannelli fotovoltaici stanno cominciando ad "allinearsi" (cominciano a costare di meno, "in linea" con la riduzione degli incentivi statali...), e questo permette agli investitori di riconsiderare un settore, poche settimane fa dato in "fin di vita", anche se, a detta degli operatori del settore, allo stato attuale  fra le fonti di energia rinnovabili appare molto più attrattivo, in prospettiva, il settore delle biomasse rispetto a quello fotovoltaico.
A propositio di biomasse, prossimamente su Natura Giuridica potrete trovare interessantissime notizie per progetti di microgenerazione diffusa di energia rinnovabile: un investimento lungimirante e sostenibile.
Inoltre, stiamo per entrare nel mese di agosto, un mese importantissimo per le vendite immobiliari: le famiglie in cerca di prima casa hanno più tempo da dedicare alle visite presso le agenzie immobiliari,  ed al calcolo della rata del mutuo (collegamento sponsorizzato), mentre per chi vuole acquistare una seconda casa questo è il tempo giusto per cercare la località ideale dove trascorrere le vacanze "stanziali".


Autorizzazione all’installazione di stazioni radio-base quali divieti

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Un Comune può inibire l’installazione di una stazione radio base per la telefonia cellulare perché il sito prescelto si trova all’interno del perimetro del “territorio urbanizzato”?
Secondo il Consiglio di Stato (sentenza n. 3493 del 3 giugno 2010, che potete scaricare gratis dal sito di Natura Giuridica (sezione dedicata all'inquinamento elettromagnetico: basta una semplice registrazione) il formale utilizzo degli strumenti urbanistico-edilizi, e il dichiarato intento di esercitare competenze in materia di governo del territorio, non possono giustificare l’imposizione di misure che, attraverso divieti generalizzati di installazione delle stazioni radio base, di fatto vengono a costituire indiretta deroga ai limiti di esposizione alle onde elettromagnetiche indicati dalla normativa statale, con la precisazione che l’autorizzazione rilasciata ex art. 87 d.lgs. 1 agosto 2003, n. 259, non costituisce titolo abilitativo aggiuntivo rispetto a quello richiesto dalla disciplina urbanistico-edilizia, ma assorbe in sé e sintetizza ogni relativa valutazione.

Quindi sono illegittime le prescrizioni comunali di piano e di regolamento che si traducono in limiti alla localizzazione e allo sviluppo della rete per intere zone, per di più con scelta generale ed astratta ed in assenza di giustificazioni afferenti alla specifica tipologia dei luoghi o alla presenza di siti che per destinazioni d’uso possano essere qualificati come sensibili.


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Acque reflue industriali e acque di falda sono assimilabili

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Com’è noto, l’art. 137, comma 1, del Testo Unico Ambientale (D.Lgs. n. 152/06) sanziona l’attività di scarico di acque reflue industriali in acque superficiali senza l'apposita autorizzazione.
Questo reato è oggetto della sentenza della Cassazione n. 11494/10 (scaricabile gratutitamente dal sito di NG, previa semplice registrazione visitando la sezione dedicata alla tutela delle acque), che, nel giudicare della colpevolezza dell’imputato condannato nei precedenti gradi di giudizio, ha avuto modo di esprimersi in merito all’assimilabiiltà o meno delle acque reflue industriali alla acque di falda emunte.

L'acqua di falda proveniente dall'attività di escavazione – ha detto la Suprema Corte – non può essere assimilata tout court all'acqua reflua industriale, pur dovendosi richiedere, anche per tale genere di acqua laddove la stessa debba essere scaricata in superficie, un’autorizzazione, la cui mancanza, però, non genera conseguenze di tipo penale previste invece in tutti i casi nei quali lo scarico dell'acqua in superficie provenga da attività produttive genericamente intese.


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Energia eolica e regime intertemporale

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Come ho già avuto modo – ahimè – di sottolineare spesso nella pagine di questo blog, la nostra normativa ambientale si caratterizza per le continue modifiche, deroghe, proroghe, che danno vita alle inevitabili problematiche relative all’applicazione di periodi transitori che, a loro volta si sovrappongono.
Unendo, in questo modo, alla confusione legislativa, quella concernente l’interpretazione relativa al regime intertemporale da applicare.
Con il rischio concreto di far cadere il già fragile castello di carta della nostra legislazione energetico-ambientale.
È questo l’argomento trattato nella sentenza che vi propongo oggi (TAR Palermo n. 8677/10, che possono scaricare gratuitamente tutti gli utenti registrati al sito di Natura Giuridica accedendo alla sezione sulle fonti rinnovabili)
Il Giudice amministrativo siciliano ha ricordato che l’art. 52 del T.U.A. – laddove prevede che “i procedimenti amministrativi in corso alla data di entrata in vigore della parte seconda del presente decreto, nonché i procedimenti per i quali a tale data sia già stata formalmente presentata istanza introduttiva da parte dell'interessato, si concludono in conformità alle disposizioni ed alle attribuzioni di competenza in vigore all'epoca della presentazione di detta istanza” – risponde alla finalità di regolamentare l’ambito di applicazione delle disposizioni contenute nel DPR 12 aprile 1996, rispetto a quelle di cui al D.Lgs n. 152/06, stante l’intervenuta abrogazione del primo ad opera dell’art. 48 del secondo e la conseguente esigenza di individuare il regime intertemporale della normativa in materia di procedure di valutazione di impatto ambientale.


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Energie rinnovabili: cosa c'è di nuovo sotto il sole

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In quest'estate che stenta a decollare, ho pensato di far finta di essere sotto l'ombrellone (invece sono in ufficio), di avere il mare di fronte, e di sfogliare le ultime notizie in materia di energie rinnovabili. Le notizie lette sotto l'ombrellone sembrano coinvolgerci meno, protetti come siamo dall'atmosfera vacanziera.

Riusciamo ad essere più distaccati, più disillusi, e magari sotto sotto pensiamo che non siano nemmeno notizie vere: forse le hanno scritte per dare a noi, stravaccati sui lettini da mare, qualcosa di divertente da leggere.
Rinnovabili sotto l'ombrellone: in realtà sono sempre le stesse notizie (perdonate il gioco di parole e anche i criteri di assemblaggio delle notizie, che sono del tutto personali):

il GSE pubblica il nuovo registro grandi impianti, e poi lo ritira perché - ammette - ha commesso errori materiali nel compilarlo. Le rinnovabili sono una maledizione divina, lo pensano a Campoleone (Latina), a Macerata, nella Piana del Fucino, mentre in Sicilia sono diversi anni che la Regione ci sta pensando, ma nel frattempo allunga kafkianamente i tempi burocratici per concedere le autorizzazioni; in Sardegna, non piacciono gli impianti eolici sul mare. In generale piacciono molto gli impianti fotovoltaici sui tetti, tanto che presto, grazie alla costituzione di una società ad hoc, Difesa Servizi, saranno su quelli di 62 caserme italiane; c'è inoltre chi si inventa un nuovo business: dammi il tuo tetto in eternit, io te lo smaltisco e al suo posto metto i miei pannelli. Datemi un capannone industriale o il parcheggio di un supermercato ed io lo coprirò di pannelli! C'è chi gli impianti fotovoltaici su terreni agricoli aveva pensato di bandirli come si fa con le streghe, e qualcuno gli ha detto che non si può fare, c'è chi cerca il compromesso, e studia soluzioni avveniristiche come l'agrofotovoltaico; c'è, infine, chi pensa già al dopo, e si preoccupa dello smaltimento delle pale eoliche in disuso parlando di disastro ambientale.


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Comproprietari di un’area da bonificare quali responsabilità

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Nel post Responsabilità per la bonifica di siti contaminati, ho messo in evidenza che la figura del proprietario di un sito contaminato, ma non colpevole dell’inquinamento, è particolarmente delicata, in un ordinamento in cui si parla a gran voce del principio “chi inquina paga”, ma nel quale si finisce, per semplicità, a volte, per incompetenza, altre, o anche per accidia – o irresponsabilità – per far ricadere la colpa (la responsabilità) sul soggetto più facilmente identificabile: il proprietario del sito contaminato o inquinato che dir si voglia, il quale spesso inconsapevolmente si trova a dover gestire la “patata” bollente".

Ho parlato spesso delle vicende che vedono coinvolto il proprietario non responsabile dell’inquinamento per il semplice fatto che ci sono proprietari e proprietari, regole e regole da rispettare e far rispettare, responsabilità e responsabilità da considerare (o meno…).
Con le relative eccezioni ad personam….
Ad esempio, abbiamo visto quali sono le regole che si devono seguire se il proprietario non colpevole è il Comune o un malcapitato curatore fallimentare o ancora si tratta di un locatore, per un terreno dato in affitto a terzi, per analizzare le varie forme di responsabilità del proprietario…definiamolo tout court:

Questa volta parliamo della responsabilità dei comproprietari di un’area da bonificare.


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