La normativa ambientale ai tempi di twitter: il new deal politico

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Nel 2014 il nostro legislatore ha nuovamente emanato molte normative ambientali, tutte urgenti, necessarie e “strategiche”. 
Tuttavia, l’assenza di una strategia di lungo periodo rischia di far fare a queste “nuove” normative, che sicuramente sono comunicate in modo innovativo, la stessa fine di quelle emanate nei più polverosi anni passati, nei quali l’uso dei social networks non dava quell’effimero senso di efficienza dell’azione legislativa: ovvero di renderle sostanzialmente inefficaci nell’affrontare e risolvere le annose problematiche ambientali che attanagliano il nostro Paese. 

Il new deal politico 

Il 2014 sarà sicuramente ricordato negli annali di storia come l’anno in cui è stato “sdoganato” un nuovo tipo di “politica”: fra i tanti aggettivi che potrebbero descriverla, “comunicativa” è quello che forse rende più l’idea, a prescindere dal contenuto sostanziale che quella politica dovrebbe veicolare, e prima ancora possedere.
I tweet hanno ormai soppiantato le analisi giornalistiche e giuridiche, e qualsiasi discorso di merito finisce con l’essere trattato alla stregua di un orpello ingombrante, che appesantisce e ritarda il raggiungimento degli obiettivi. 
Anche i settori del diritto dell’ambiente e dell’energia non si sono sottratti a questo new deal, sulla spinta dell’idea, condivisibilissima, di raggiungere quanto prima obiettivi di sostenibilità (nella sua accezione più ampia). 
Un’idea che, tuttavia, si cerca di realizzare con un metodo invece un po’ meno condivisibile, basato sulla quantità-velocità nel fare (come?) le norme: con l’unico risultato di trasformare la fretta (non c’è tempo da perdere) in frettolosità e frenesia, a discapito proprio di quegli obiettivi, che rimangono proclamati. 
L’analisi – giuridica, in questo caso – di quanto accaduto nel nostro Paese nel 2014 in relazione alle principali novità in materia ambientale dimostra, appunto, che se le idee di sostenibilità, pur ben comunicate, non sono supportate da strategia e tattiche adeguate, finiscono con l’alimentare i soliti tatticismi politici, di ieri e di oggi.... senza che nulla cambi, rispetto al passato. 

Il decreto #competitività: a) introduzione
Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di adottare disposizioni:
  • finalizzate a coordinare il sistema dei controlli e a semplificare i procedimenti amministrativi; 
  • per rilanciare il comparto agricolo, quale parte trainante dell’economia nazionale, e la competitività del medesimo settore, incidendo in particolar modo sullo sviluppo del “made in Italy”, nonché misure per sostenere le imprese agricole condotte dai giovani anche incentivando l’assunzione a tempo indeterminato o, comunque, la stabilizzazione dei giovani in agricoltura;
  • volte a superare alcune criticità ambientali, all’immediata mitigazione del rischio idrogeologico e alla salvaguardia degli ecosistemi, intervenendo con semplificazioni procedurali, promuovendo interventi di incremento dell’efficienza energetica negli usi finali dell’energia nel settore pubblico e razionalizzando le procedure in materia di impatto ambientale;
  • per semplificare i procedimenti per la bonifica e la messa in sicurezza dei siti contaminati e per il sistema di tracciabilità dei rifiuti, per superare eccezionali situazioni di crisi connesse alla gestione dei rifiuti solidi urbani, nonché di adeguare l’ordinamento interno agli obblighi derivanti, in materia ambientale, dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea, 
nella G.U. del 24 giugno 2014 il Governo ha pubblicato il “decreto (legge) #competitività”, contenente disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l’efficientamento energetico dell’edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche.
Fra le disposizioni di interesse nel settore ambientale, di particolare rilievo quelle relative al piano d’azione #campolibero, al provvedimento #ambienteprotetto e allo #spalmaincentivi.


(articolo pubblicato sulla rivista "Ambiente e sicurezza sul lavoro", EPC editore, n. 11/2014)