Il trend della pubblicità online

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Questo articolo prende spunto da un commento inserito all'interno del sito alverde.net, ormai storica borsa per acquistare e vendere spazi pubblicitari on line in maniera diretta, senza cioè alcune intermediazione fra publisher (proprietario di un sito che mette a disposizione degli spazi per la pubblicità altrui) e inserzionista (azienda o privato che acquista uno di quegli spazi per un certo periodo di tempo e ad un certo costo).
A tutti quelli che possiedono uno o più blog e siti sarà capitato, prima o poi, di cimentarsi con il mercato pubblicitario al di là del programma automatico Google Adsense (che è per esempio facilissimo da implementare se si possiede un blog su piattaforma blogspot); spesso capita di ricevere e mail con nuovi  programmi di affiliazione pubblicitari, che promettono di riempire gli spazi messi a loro disposizione sul nostro sito con tanti annunci perfettamente in target, e dunque potenzialmente in grado di apportarci dei lauti guadagni.
La testimonianza pubblicata su alverde descrive bene un fenomeno classico che si verifica a volte con queste applicazioni: "Metto il banner alto lato destro 300 x 250 non in tutto il sito 3 giorni una valanga di impression e tanto per cambiare zero lead, siamo alle solite", aggiungendo qualcosa in più: "Clicco il banner, vado sul sito dell'azienda, li contatto per email e scrivo". In altri termini, il publisher contatta direttamente l'inserzionista o merchant proponendogli di raccogliere i contatti o lead senza l'intervento del programma di affiliazione.
L'azienda e il publisher concordano una certa cifra per lead, e questa storia si conclude con guadagni piuttosto interessanti per il publisher: nulla a che vedere insomma con gli scarsissimi volumi che la maggior parte dei programmi garantiscono.
"Quindi cosa voglio trasmettervi. Entrare dentro il pannello di controllo degli adv ppl, cliccare il banner e trovare il sito del mercant. Una volta lì fategli la vostra proposta, raccogliete voi il lead, non cedete, siate fermi quando vogliono fiducia, non dategliela, il lead lo raccogliamo noi, te ne passo 90 a 10 euro mi devi dare 900 euro, stop poche storie". 
In realtà, le cose sono un po' più complesse della realtà testimoniata su alverde: il nostro publisher si è  suo malgrado trasformato in una sorta di call center - collettore di contatti (credo in vista della richiesta di fissare appuntamenti con l'azienda) a favore dell'azienda inserzionista o merchant. Nulla da obiettare, ma siamo partiti da un obiettivo ben diverso: quello di realizzare buoni guadagni pubblicitari, non quello di cercare un lavoro a tempo pieno (non ho sentito parlare di contratto, né di accordi scritti).
Credo che le questioni centrali siano due:
A. è necessaria la stesura di reportistiche automatiche periodiche, che possano essere condivise tanto dai publisher tanto dagli inserzionisti. Da un lato, infatti, non è corretto che il programma di affiliazione si limiti a piazzare le creatività del merchant "alla sanfasò" come direbbe Montalbano, fra i publisher disponibili, senza informare gli stessi in maniera dettagliata della performance dei loro siti o blog in relazione ad un certo annuncio (dirò di più: a volte sembra che gli omini dietro i programmi di affiliazione ignorino di che cosa trattano i nostri siti o blog, e questo non consente loro di incrociare in maniera ottimale annunci con spazi pubblicitari); dall'altra, la reportistisca automatica diventa una garanzia a fronte di merchant "ruzzanti", come dice il nostro su alverde, che sminuiscono la portata dei lead forniti dai publisher, affermando che essi non si sono convertiti in appuntamenti se non in vendite: lì non è più un problema di pubblicità, ma di marketing aziendale.
B. la possibilità di contattare il merchant e proporre un accordo diretto: quello della pubblicità on line è un mercato libero, ed è giusto che chi si dedica alle proprie piattaforme web in maniera professionale, e sia disposto ad investire del tempo per procacciarsi introiti pubblicitari, possa avere la possibilità di farlo; e da che mondo è mondo scavalcare un passaggio commerciale arricchisce sia chi vende che chi compra. I programmi di affiliazione che, lo ripeto, stanno sorgendo come funghi promettendo funzionalità e guadagni assolutamente al di là di quello che possono garantire, sono dunque avvertiti!


fonte: http://www.alverde.net/forum/come-guadagnare-con-il-proprio-sito-web/155210-se-maometto-non-va-dalla-montagna-la-montagna-va-da-maometto.html?svv_idlinkclk=1537660