Le dichiarazioni del Papa sul nucleare

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A 3 giorni dal referendum sul nucleare, Papa Benedetto XVI ha preso posizione sul rapporto tra uomo e rispetto dell'ambiente dichiarando che “Adottare complessivamente uno stile di vita rispettoso dell’ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie appropriate che salvaguardino il patrimonio della creazione e siano senza pericoli per l’uomo (grassetto mio), devono essere priorità politiche ed economiche”.
Dichiarazioni che sono molto di più di un'indicazione di voto per i cattolici: anzi, forse più che un messaggio ai cittadini cattolici, è un messaggio al governo!

Il  tema centrale del dibattito sul nucleare è stato la capacità dei Governi nazionali di controllare la complessa filiera energetica nucleare, sia dal punto di vista economico (quante risorse occorrono, e quanto tempo per realizzare e far funzionare una centrale nucleare), sia dal punto di vista ambientale (gestione delle centrali durante le catastrofi ecologiche, smaltimento delle scorie radioattvie, errore umano), sia dal punto di vista della comunicazione (informare i cittadini circa i rischi connessi con il nucleare, informazione tempestiva circa la reale entità dei danni in Giappone).
In effetti,  Benedetto XVI ha evocato implicitamente l’incidente alla centrale nucleare giapponese di Fukushima quando ha ricordato “le innumerevoli tragedie che hanno toccato la natura, le tecnica e i popoli” nel primo semestre del 2011. “L’ampiezza di tali catastrofi ci interroga”, ha detto Benedetto XVI. “L’uomo a cui Dio ha confidato la buona gestione della natura non può essere dominato dalla tecnica e diventare suo soggetto. Una tale presa di coscienza deve condurre gli Stati a riflettere insieme sul futuro a breve termine del pianeta, riguardo alle loro responsabilità verso la nostra vita e le tecnologie”. Per Benedetto XVI, “è divenuto necessario rivedere completamente il nostro approccio con la natura”.
Il riferimento ad un consesso sovra - nazionale in cui si prendano decisioni sul nostro futuro energetico è sostanzialmente un  messaggio alla politica: il ricorso all'energia nucleare non è semplicemente una voce della finanziaria, o un tema sensibile che investe le coscienze civili (gli elettori di destra e di sinistra si sono pronunciati contro un provvedimento del Governo attualmente in carica), è prima di qualsiasi cosa un tema globale, che investe la politica internazionale: nessuno può far da sé in un ambito delicato come il nucleare.
Il Papa ha auspicato un "cambio di mentalità" per "arrivare rapidamente a un'arte di vivere insieme che rispetti l'alleanza tra l'uomo e la natura, senza la quale la famiglia umana rischia di sparire". Inoltre "l'insieme dei governanti devono impegnarsi a proteggere la natura e aiutarla e adempiere il suo ruolo essenziale per la sopravvivenza dell'umanità".
Penso alla campagna di informazione andata in onda nella prima parte del 2011 sulle reti tv nazionali: negli spot si demandava ai cittadini il compito di formarsi un'opinione precisa, supportata da adeguate conoscenze, in relazione al tema del nucleare, e delle energie rinnovabili. L'esito del referendum nostrano è essenzialmente, credo, la conseguenza del mancato coinvolgimento della politica internazionale verso l'individuazione di programmi e strategie comuni in tema di energie. Finora infatti il nucleare è stato trattato come una materia di competenza dei singoli governi, un'importante voce economica legata all'approvvigionamento energetico. I diversi Paesi hanno predisposto piani energetici nazionali fondati sulle energie fossili, sul nucleare o sulle fonti rinnovabili in proporzioni anche molto diverse, ognuno coltivando le proprie peculiarità, senza pensare alle conseguenze globali e di lungo termine delle proprie scelte.
Se lo stesso quesito referendario fosse stato proposto ai cittadini di altri Paesi all'indomani di Fukushima l'esito, forse, sarebbe stato lo stesso. Gli ultimi eventi ci insegnano che sul nucleare non si scherza, e che il dibattito vero inizia soltanto adesso.

Fonte:
Ansa: Papa: 'Adottare energie non pericolose per uomo e natura'